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Visualizzazione dei post da luglio, 2019

Il labirinto di pensieri di Burhan Sönmez

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In un’intervista dell’inizio del 2019 Burhan Sönmez , uno fra i più interessanti scrittori turchi contemporanei insieme a Elif Shafak , nonché avvocato specializzato nella difesa dei diritti umani, ci ricorda che il suo Paese ha una lunga storia di regimi autoritari (a cominciare da quello di Erdoğan), ma che è stato proprio questo a garantire alla Turchia una lunga tradizione di resistenza. Di resistenza non tanto e soltanto fisica, quanto mentale narra l’ultimo romanzo di Sönmez ( Labirinto – tradotto da Nicola Verderame ed edito da Nottetempo) in cui il musicista blues Boratin Bey si risveglia nella sua camera da letto non ricordando più nulla di se stesso, se non quello che gli hanno raccontato gli altri. La sorella, gli amici, gli oggetti disseminati per casa, le chitarre, i dischi, persino la sua immagine, tutto sembrerebbe confermare la sua identità. Eppure Boratin non è convinto, sentendosi estraneo a se stesso e alla ragione apparente della sua amnesia, un tuffo suicida nel

Le stelle minori non sono quelle che ti aspetti. Parola di Mattia Signorini

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“Tra i tanti ricordi che una storia porta con sé, quello che ci accompagna più spesso è la  memoria della sua fine”. Il secondo capitolo di Stelle minori di Mattia Signorini (edito da  Feltrinelli) si apre con questa affermazione e sebbene siano molti gli incipit con cui l’autore  riesce ad aprire una crepa nelle certezze del lettore, in questo caso sembra sostenere una tesi  per il puro gusto di dimostrarne l’infondatezza. Di questo libro, che narra la storia di due ragazzi  (Zeno e Agata) e del loro passaggio traumatico all’età adulta, dubito ricorderete solo la fine. Il  piacere maggiore, in questo caso, lo dà il percorso. Il gioco di richiami incrociati, suggestioni e  indizi che Mattia Signorini srotola come un tappeto magico davanti agli occhi del lettore vedrà  interi elefanti sparire, per poi riapparire delle dimensioni di un topolino. Passato e futuro si  mischieranno, fino a rendersi uno lo specchio dell’altro, in una montagna russa di scoperte che  vi lasceranno sempre con