Succhiare una frase come una caramella, l’intuizione di Bohumil Hrabal
Avete mai
provato a succhiare una frase come se fosse una caramella? Ognuno avrà le sue
preferite e difficilmente cederà ai gusti altrui. Se siete persone da
liquirizia, non sarete amanti del limone, se siete tradizionalisti che
succhiano fino all’ultima goccia il ripieno denso delle ‘Rossana’, sarete
incapaci di adattarvi a una ‘Dietorella’ dalla consistenza di un grumo di
silicone. L’intuizione di Bohumil Hrabal (poeta, romanziere, adoratore di libri
ed esperto succhiatore di frasi altrui) è proprio quella di considera una frase
al pari di una caramella.
Non va letta,
ma succhiata, a lungo, per soppesarne ogni sfumatura e capire se siamo golosi
di Schiller o Goethe, infastidendoci per la durata eccessiva del retrogusto
delle frasi di Kant o per la gommosità nascosta dentro un avverbio usato da
Nietzsche. È quello che fa Hanta, protagonista del poema in prosa di Hrabal dal
titolo Una solitudine troppo rumorosa (edito in Italia da Einaudi), che, nel ventre di un vecchio
palazzo di Praga, lavora alla distruzione di migliaia di libri destinati al
macero, ma prima di darli in pasto alla sua fidata pressa, ne assapora ogni
sfumatura di gusto, scegliendone alcuni da salvare, poiché in essi si
nascondono le sue frasi preferite. Hanta allora ha due opzioni: rubare i libri
o nasconderli intatti al centro di uno dei suoi cubi di carta macerata, così da
mantenere l’illusione della distruzione.
Entrambi i
metodi nascondono delle insidie.
La casa di
Hanta è diventata una trappola mortale: «Ogni giorno a sera mi porto a casa
nella borsa i libri e la mia casa al secondo piano di Holesovice è colma di
libri e solo di libri, piena la cantina e la soffitta non è bastata, la mia
cucina è piena, la dispensa e il gabinetto pure, solo i passaggi per le
finestre e i fornelli sono liberi, in gabinetto c’è solo quello spazio sufficiente
per potermi sedere, sopra il vaso del water, all’altezza di un metro e
cinquanta, già ci sono le travi e le tavole e sopra fino al soffitto si ergono
libri, cinque quintali di libri».
I suoi cubi di
carta compressa preservano alcuni libri dalla distruzione, ma la possibilità
che qualcuno scopra che al loro interno c’è una caramella tutta da succhiare è
davvero minima, sebbene Hanta non manchi in creatività, decorando i lati dei cubi
di carta da macero con ritratti di Rembrandt.
Quello di cui è
sicuro il protagonista di questo piccolo gioiello letterario è che non può fare
a meno di succhiare, costringendo anche il lettore a cercare nuovi gusti in
nuove frasi, come se fosse dipendente dal pensiero acuminato. Risposte il
protagonista della raccolta di frasi di Bohumil Hrabal non ne offre, ma se,
come me, siete amanti del gusto dolce e piccante di una domanda forgiata con
cura, Una solitudine troppo rumorosa non vi deluderà.
Scoprirete che
gli uomini sono come olive, che balene e libri hanno una cosa in comune, che un
topo che rosicchia un libro non è sempre un male e che è possibile amare un
oggetto fino in fondo solo quando è stato distrutto.
E allora
leggete e siate golosi. Di caramelle e di frasi. Provate e riprovate gusti, marche,
dimensioni e forme inconsuete, l’unica cosa che le calorie che assorbirete
faranno crescere sarà il vostro cervello. In più gli involucri delle frasi da
succhiare (i libri) sono di carta e non di plastica, come quelli delle
caramelle, così ingolosirete la mente senza inquinare.
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