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Visualizzazione dei post da dicembre, 2011

Una parola, un verso: ventiseiesima – desiderio…altrui?

In un giorno che per antonomasia è dedicato ai desideri , da ritrovare, inattesi, sotto un albero o più profondi di quanto si potesse immaginare (spinti a forza dietro ai nostri occhi), gli altri (dal latino altĕr, ossia opposto, diverso, contrario) sono sempre e comunque “ qualcosa ” di lontano, di diverso, “ qualcosa ” che vuole essere ascoltato ma che noi non vogliamo ascoltare, perché ci sono i nostri desideri da inseguire, possedere, superare e sostituire con nuovi desideri in cui noi siamo sempre, inesorabilmente, al centro. E gli altri? Fanno lo stesso e aspettano e sperano che i loro desideri siano più veloci e rapaci dei nostri, per riuscire a strattonarli e magari a farli propri, in una corsa al possesso che ci assorbe e ci sgretola, impedendoci, obbligandoci a non fermarci a guardare, ad ascoltare questi maledetti altri che insistono a seguirci dappertutto senza mai parlare. Muovono la bocca, emettono dei suoni muti e noi con loro, ma dove finiscono? Sotto i pie

92 giorni di Larry Brown – Provare a salvare la verità, più che se stessi.

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Una sedia a dondolo vuota che si riposa e aspetta, riparata da uno dei tanti porticati di legno bianco di cui sono disseminati gli States. È questa l’immagine che l’editore Mattioli 1885 ha scelto per regalarci 92 giorni , un’opera di Larry Brown che è difficile definire, forse perché sembra essere stata trasferita sulla carta direttamente dall’anima dello scrittore, senza passare per i filtri della mente, senza sporcarsi delle paure che in essi risiedono, senza mediazione o ripensamenti. Il lettore sarà turbato e avvinto a questo flusso di parole, depurate di ogni orpello sintattico e di qualsiasi aspirazione a dimostrarsi migliore (tentazione in cui molti scrittori cadono). Si troverà probabilmente a sottolineare frasi non più lunghe di un rigo che spezzeranno il fiato, costringendo il lettore a confrontarsi con Leon Barlow (protagonista e alter ego dell’autore) e con la sua atroce sincerità. Leon Barlow è uno scrittore che non riesce a farsi pubblicare e racconta 92 giorni de

In-comprensione e patatine. Una parola, un verso: venticinquesima

Sebbene possa far pensare alla possibilità di entrarci dentro (alla comprensione) e quindi di rafforzarla, magari per la propensione all’inglesismo che ormai dilaga (pensiamo ad in  e subito la mente va all’ in di inside ,   di within o   di involved ) questo in   (in questo caso prefisso e non preposizione) risiede nel moribondo latino a cui molti vorrebbero dare il colpo di grazia, a meno di usarlo in sregolate (in entrambi i significati che la nostra lingua concede a questo aggettivo) citazioni, senza accorgersi che rappresenta passato e presente nella sottotraccia semantica del nostro linguaggio. Anche voi sarete stati spesso alle prese con questo particolare in. Forse anche in questo ultimo fine settimana.   Soprattutto se vi sarete aggrappati con caparbietà a questi (oramai sempre più rari) ultimi giorni di festività, che vi guardavano languidi e goduriosi dai bordi di un giovedì di dicembre ancora troppo lontano dalle feste natalizie. Sarete partiti. Lontano. Dalle man

La violenta frenata dell’editoria, Amazon e la speranza eBook.

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La selezione della specie. È così che Maurizio Costa (Presidente e AD di Arnoldo Mondadori editore dal 2003) definisce uno degli effetti più importanti della rivoluzione digitale in un’intervista apparsa pochi giorni fa su Il Corriere della Sera . La specie ad essere selezionata non sarà quella degli scrittori (a cui dovrebbe essere invece offerta la possibilità di oltrepassare le strette maglie della distribuzione tradizionale, grazie agli incorporei eBook), né tantomeno quella dei lettori, che non potranno che crescere (liberandosi del peso della carta e diventando sempre più centrali e attivi nell’interazione con le case editrici e gli scrittori), ma, udite udite, quella degli editori . Secondo il capo della Mondadori, chiunque lavora nel campo dell’editoria dovrà necessariamente “ripensarsi profondamente” per tentare di resistere in un mercato in contrazione (si parla addirittura di “ violenta frenata ” a partire dall’orrido ottobre 2011). La crisi globale che ha vis