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Visualizzazione dei post da febbraio, 2016

Umberto Eco: una vespa in una nursery

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«La parola a legioni di imbecilli.» È questa una delle citazioni di Umberto Eco che è stata più ripresa dalla stampa all’indomani dalla sua scomparsa lo scorso 19 febbraio. È il 2015 e nel ricevere una delle tante onorificenze della sua vita, Umberto Eco si rivolge ai giornalisti assiepati nell’Aula Magna della Cavallerizza Reale a Torino e dice: «I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l’invasione degli imbecilli.»   Una vespa in una nursery. Il terrore si propaga bloccando ogni movimento. Eco prosegue: «la tv aveva promosso lo scemo del villaggio rispetto al quale lo spettatore si sentiva superiore. Il dramma di Internet è che ha promosso lo scemo del villaggio a portatore di verità» Sguardi vitrei dei giornalisti presenti che vedono il pericolo avvicinarsi. La ves

I miei dieci libri favoriti: parola di scrittore e di editore

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Sono passati solo due mesi da quando Aaron Hicklin, giornalista ed editore americano, fondatore della rivista Out e dell’agenzia editoriale Grand Editorial si faceva fotografare davanti a uno scaffale della sua One Grand , libreria aperta lo scorso dicembre nella cittadina di Narrowsburg nello stato di New York a cento miglia dall’isola di Manhattan. Aaron Hicklin Non era una semplice foto ricordo per l’inaugurazione che di lì a pochi giorni avrebbe aperto al pubblico questa libreria, a scattarla un fotografo dello Style Magazine del New York Times , interessato a vedere trasformato in scaffali, libri e cartoncini (con relativi suggerimenti alla lettura) l’idea di Hicklin: presentare ai lettori una selezione di volumi imprescindibili per sviluppare la propria creatività e metterla al servizio dell’eccellenza. Trovata pubblicitaria per vendere più libri? Ben venga, se ben costruita e utile non soltanto per il librario ma anche per il lettore. Tutto è iniziato la sc

Basta una città in fiamme a far sbandare un mercato editoriale?

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Ci siamo: il 16 febbraio uscirà anche in Italia Città in fiamme di Garth Risk Hallberg. La città in questione è New York e di questo libro si è iniziato a parlare ben prima della sua pubblicazione in USA lo scorso ottobre con la casa editrice Knopf. Tutto è cominciato nel 2013, con un’asta per i diritti di questo mastodontico romanzo di 997 pagine di un autore sconosciuto che insegna scrittura creativa al Sarah Lawrence College, asta che è arrivata alla cifra di 2 milioni di dollari, trasformando Città in fiamme nel caso letterario dell’anno ben prima che fosse possibile leggerlo. Se è vero che a dicembre 2015 il Guardian pubblicava un articolo che ci dimostrava che dal 1999 a oggi i romanzi in lingua inglese diventati best seller sono il 25% più lunghi dei loro predecessori , è ancor più vero che i casi più osannati sono i cosiddetti romanzi seriali ( After e sfumature varie in testa) con pochi personaggi ben definiti, le cui storie si intrecciano all’infinito replicando s

Riscrivere Shakespeare? Possibile secondo la nuova Hogarth Press

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A un paio di mesi dai 400 anni dalla scomparsa di William Shakespeare (23 aprile 1616) sta per entrare nel vivo il progetto “ Hogarth Shakespeare ” che si pone l’ambizioso obiettivo di far riscrivere i testi del bardo ad autori contemporanei che vogliano cimentarsi con l’impresa di pensare come Shakespeare avrebbe scritto The Winter’s Tale, The Tempest o The Merchant of Venice se fosse nato nel 1964 invece del 1564 e si fosse rivolto ai lettori del XXI secolo usando il romanzo invece di una pièce teatrale. I l progetto prende forma qualche anno fa, nel 2012, quando il marchio Hogarth (di proprietà ora del gigante editoriale Penguin – Random House) viene presentato a Londra e New York come discendente di quell’ Hogarth Press fondata nel 1917 da Leonard e Virginia Woolf dal nome dell’edificio in cui iniziarono a stampare a mano alcuni volumi di loro interesse e che in pochi anni, grazie anche al circolo Bloomsbury (circolo culturale che annoverava fra i suoi membri oltre a V