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Visualizzazione dei post da gennaio, 2011

Tempo per scrivere?

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Nel paese della furbizia e della mancanza di rispetto, della voce alta e delle file inutili (perché i pochi che le fanno non arrivano da nessuna parte), delle graduatorie fantasma e degli asili inesistenti, dell’oltranzismo e dell’individualismo senza limiti, della memoria corta e della eccessiva flessibilità delle convinzioni, ci sono ancora migliaia di persone che scrivono. L’entità del fenomeno è solo superficialmente apprezzabile dal numero di romanzi inediti che arrivano ogni giorno alle varie case editrici, serie e non, che sorgono oramai in ogni angolo del Paese. Basti pensare ai giornali, cartacei e virtuali, ai siti internet, ai blog, alle mail, ai vecchi e apprezzati cartelli ancora presenti durante le marce di protesta. Vogliamo esprimerci, vogliamo spiegare, vogliamo chiedere aiuto, vogliamo essere famosi, vogliamo farci ascoltare senza che sia possibile per l’altro ribattere. Sarebbe interessante chiedersi perché e soprattutto a che scopo? Se siamo tutti impegnati a scr

Una parola, un verso: sedicesima - "perseverare"

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perseverare v. intr. [dal lat. perseverare, der. di severus «severo»] (io persèvero, ecc.; aus. avere). – Persistere, mantenersi fermo e costante nei propositi, nelle azioni, nello svolgimento di un’attività: p. nel bene, in un’impresa, nel lavoro, nello studio, nella lotta; Meno com. con connotazione negativa: p. nel male, nel vizio, nella disonestà; prov., errare è umano, p. (nell’errore) è diabolico. Distesi sul vostro divano, con il volume del televisore al minimo ed un plaid arancione sulle gambe, osservate la pioggia che colpisce nervosa i vetri delle vostre finestre, come se volesse romperli, come se si fosse unita alla folla di questuanti che vi circonda ogni giorno, chiedendovi tempo, lavoro, ascolto. Voi tentate di resistere, di difendere quel ritaglio di passioni e progetti che ostinatamente vi trascinate dietro, chiuso in uno zaino che inizia a sembrarvi troppo malandato e orribilmente “giovanile”. Vorreste alzarvi, aprire la finestra ed urlare alla pioggia di smetterla

“Io e Te” di Niccolò Ammaniti

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Quando diventa grande Lorenzo? Quando perde la tenace distanza dal mondo, da un mondo che non comprende e in cui si sente fatalmente diverso, per indossare quella patina di asettica borghesia in cui hanno trovato ospitalità i suoi genitori? L’arrivo della sorellastra Olivia, così affascinante nella sua battagliera diversità, è davvero il punto di non ritorno per la fanciullezza di Lorenzo? O forse nella sua corsa di azione e soprattutto di pensiero è l’incontro con   la morte a fare la differenza? La morte che tutti, prima o poi dobbiamo fronteggiare, come ci dice lo stesso protagonista all’inizio del testo: “ Nasci, vai a scuola, lavori e muori .” È la morte a decidere in questo teso racconto di Ammaniti, che inizia e finisce sfiorandola, spiandola, sentendola muoversi appena sotto la superficie delle parole che si aggrappano, le une alle altre,   appiccicandosi ai vecchi scatoloni che popolano la cantina dove un ragazzo di quattordici anni (Lorenzo) cerca di fuggire al fluire inesor

Aria nuova

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In piedi, uomo sardina fra migliaia di simili, tenta di sgusciare in una bolla di aria nuova che, compressa fra incenso ed odore di corpi, si muove sospesa sulle teste di una moltitudine di pellegrini. Solo questo vede l’uomo sardina: teste . Braccia, mani, gambe, bocche, parole, niente è rimasto, solo fronti o nuche, a seconda del verso in cui si guarda la mandria fluire. Teste protese in avanti, tutte d'accordo sul luogo da cui dovrebbe arrivare la realizzazione del desiderio più nascosto ed apprezzato. Puntano lente verso un'immensa porta rossa, che sembra muoversi nell'ipnosi del passo scandito, farsi più grande, più affamata. Alla prima porta, l’uomo sardina scopre altri due cancelli, oltre i quali nuove regole, quelle dell'animo, attendono le teste, mentre conigli di carta rosa si godono lo spettacolo, pensando di essere appena nati, ma già più furbi di quel continuo fluire. Intorno al fiume molle dell'uomo sardina, bancarelle di vecchi sapori e tintinn