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Visualizzazione dei post da febbraio, 2013

Una pace senza morte secondo Martone

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Un uomo non riesce a frenare l’irruenza del gesto della sua mano destra che sbatte e tormenta la sinistra in una guerra che la sua mente, sola, può comprendere o almeno è questo che ci piace pensare. Siamo a teatro, le luci intorno a noi sono spente, seduti nelle vellutate poltroncine del Teatro Argentina di Roma siamo nervosi, non sappiamo cosa aspettarci da questa sera. Mario Martone sta mettendo in scena, primo e unico, La serata a Colono , omonima pièce di Elsa Morante , ispirata all’ Edipo a Colono di Sofocle, e noi siamo lì a domandarci se qualcuno ne sentiva il bisogno, se noi ne sentivamo il bisogno. Era la sera giusta per andare ad ascoltare i deliri di un piccolo proprietario terriero del sud Italia, intrappolato in un ospedale psichiatrico in pieni anni ’60? Era il tempo giusto per fissare le bende strette intorno ai suoi occhi?   E le cinghie di contenimento che lo bloccano al letto e non gli permettono di spostare un solo muscolo? E il suo sangue che, resosi conto d

Una parola, un verso: trentaduesima – matto

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- Senti, - disse l’ometto – io non sono mica giusto. - Cos’ha? - Sono matto. Si mise il berretto. Nick aveva voglia di ridere. - Lei sta benissimo – disse. - No, non è vero. Sono matto. Di’, sei mai stato matto, tu? - No, – disse Nick – com’è quando si diventa matti? - Non lo so, - disse Ad- quando sei diventato matto, mica lo sai come lo sei diventato. Tu mi conosci, no? - No. Questo irresistibile scambio è estratto da un racconto di poche pagine di Ernest Hemingway , intitolato Il lottatore del 1938 e racchiude in sé, con la maestria difficilmente inarrivabile di Hemingway autore di racconti, tutto quello che c’è da sapere sull’essere matto, ossia nulla, nulla di veramente spiegabile. Perché, chi decide che quel comportamento, quella parola, quel tono di voce, quel gesto siano indice chiaro di pazzia? Perché se l’ Ad del racconto di Hemingway sceglie di accogliere uno sconosciuto intorno al suo fuoco e poi divide con lui il suo cibo è subito identificato

6000 miles away

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Orologi umani, a scandire idee in germoglio che s’intrecciano, le une nelle altre, senza mai toccarsi, tanto che la luce si confonde nel guardarli, li perde, li precede, li segue con affanno, sempre fuori tempo rispetto al movimento interrotto cui i ballerini del duetto Rearray , creato da uno dei più interessanti coreografi del XXI secolo ( William Forsythe ), perpetuano sul palco del Parco della Musica di Roma in occasione del Festival della nuova danza Equilibrio . Il pubblico ha appena finito di godersi un altro duetto (estratto dall’opera di Jiri Kylián 27’52’’ ), coinvolgente pulsione che definisce nuovi traguardi dell’elasticità del corpo e delle menti che quei due corpi hanno osservato, per questo è infastidito dai movimenti che Forsythe ha disegnato, li trova tagliati , poco armoniosi, disturbati e disturbanti , come la musica che fa da base al duetto, suoni ad alta frequenza che sembrano combattere con i corpi, anziché accompagnarli. Ma sul palco abbiamo Sy

Ogni libro, un azzardo.

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Gennaio è un mese strano. C’è la pioggia, il lavoro che ricomincia, un altro anno che si attacca alla nostra vita come un insetto intrappolato sulla carta moschicida ; sbatte le ali per portarci chissà dove e poi, dopo dodici mesi, si stanca e muore, e a noi sembra di non esserci mossi di un millimetro. Ma qualcosa è successo. L’anno è passato e noi dobbiamo ricominciare, sentiamo già le ali del nuovo insetto che si avvicinano, per far rumore, per bisbigliarci che stiamo per cambiare . Poi gennaio finisce, è finito anche quello che incartava il 2013, e noi lo appallottoliamo e lo gettiamo via, felici, perché di far bilanci e spargere mormorii uggiosi ci siamo annoiati. Ci serve un azzardo, una piccola pazzia da cui ripartire, per non ascoltare le ali che sbattono e si affannano e non si muovono. Allora ci addormentiamo e sogniamo. E in fatto di sogni ci sono autori che sono maestri, ma trovarne qualcuno che ci parli di quelli altrui è cosa assai rara e non interessa e il merca