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Visualizzazione dei post da dicembre, 2016

A Milano Herzog crea uno spazio per cultura che sfida ogni ombra di pessimismo

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Per l’ultimo post del 2016 prima della pausa natalizia, ci spostiamo nel regno di Herzog. Non parliamo del romanzo di Saul Bellow centrato sulla vita e soprattutto sulla mente di Moses E. Herzog, intellettuale in piena crisi esistenziale che ha sempre trovato nell’instabilità la ‘solida’ base per la sua esistenza, sebbene i luoghi creati da Jacques Herzog siano portatori di solida instabilità, intesa come dinamicità evolutiva.  Herzog & de Meuron Architetto, anzi archistar idolatrata e imitata in tutto il mondo ( lo studio che Herzog ha fondato insieme a Pierre de Meuron a Basilea è oggetto di pellegrinaggio da parte di giovani architetti e appassionati del design), Jacques Herzog ha avuto l’incarico, cinque anni fa, di riempire uno squarcio nella pancia di Milano che risaliva ai bombardamenti della seconda guerra mondiale.  Siamo a Porta Volta, a pochi passi dal quartiere storico di Brera e a poche centinaia di metri dalla modernissima piazza Gae Aulenti, segno

Scrivendo a passo di danza: la nuova avventura di Zadie Smith

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C’è stato un periodo nella storia del cinema, fra la metà degli anni ’30 e la fine dei ’40, in cui la trama lasciava il posto alla danza e all’abilità di performers come Fred Astaire e Ginger Rogers, riuscendo a far sospendere al pubblico il giudizio su un finale scontato. Ciò che interessava agli spettatori era godere degli effetti speciali che questi interpreti realizzavano usando il più semplice e a buon mercato degli strumenti: il loro corpo. E da qui che sembra partire Zadie Smith per il suo quinto romanzo, Swing Time (lo stesso titolo di un film del 1936 con la coppia Astaire/Rogers), pubblicato da poco dalla Penguin in USA e in UK, in cui racconta la storia di due ragazze con una passione in comune: la danza . Entrambe le ragazze (la voce narrante senza nome e la sua compagna Tracey) sono cresciute in quella zona di Londra che l’autrice di Denti Bianchi e NW conosce così bene, facendo della danza la loro forma espressiva d’elezione fin da piccole: a una scuola di danza s

Poesia Vivente: l’attore secondo Jouvet e Servillo in scena al Piccolo Teatro di Milano

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Cammino sotto le volte di un chiostro quattrocentesco. Frammenti di affreschi attribuiti a Bramante e a Leonardo guardano le teste delle persone sedute attorno a tavolini quadrati con sopra resti di tè o cioccolate serviti in porcellane candide. È una domenica pomeriggio di fine novembre a Milano e qualcosa che dovrebbe assomigliare al sole si è spinto per un attimo oltre la coltre densa di nuvole che ha cinto d’assedio la città per una settimana. I cappotti sono ancora aperti e le sciarpe un accessorio più che una barriera al freddo. Alle pareti del chiostro  grandi cartelloni su fondo nero  mi osservano . Su ogni cartellone, in alto a destra, disegnato a pallini bianchi su fondo rosso, il nome del luogo dove sto passeggiando in attesa di assistere a un cambiamento, emotivo più che meteorologico.  Siamo nel foyer a cielo aperto del primo teatro stabile d’Italia, il Piccolo di Milano, fondato da Giorgio Strehler, Mario Apollonio, Virgilio Tosi e Paolo Grassi nel 1947, propri