Lezioni a uno scrittore di Juan Mayorga

Manuali di scrittura creativa e di storytelling, gli scaffali delle librerie sono pieni di questi volumi dalla copertina splendente e dalle promesse mirabolanti. Comprateli pure, ma se volete un corso accelerato di scrittura, provate a leggere i testi di Juan Mayorga. Drammaturgo spagnolo, che ha fatto dello scavo nella mente dei suoi personaggi la sua vocazione, nel testo Il ragazzo dell'ultimo banco, in questi giorni messo in scena al teatro Piccolo di Milano da Jacopo Gassmann, racchiude tutto quello che c'è da sapere sulla scrittura e sulla sua compagna indissolubile (la lettura).


Un professore di liceo (German), convinto che la sua vita sia un fallimento contornato da studenti che non lo ascoltano e non sanno (né vogliono saper) scrivere, si imbatte nel tema del ragazzo dell'ultimo banco (Claudio). Un diciassettenne  che sembra narcotizzato durante le sue lezioni, lo sorprende con un racconto in cui descrive il suo appostamento davanti alle finestre della famiglia di un suo compagno di classe, famiglia in cui riesce poi a intrufolarsi e di cui inizia a narrare tutte le miserie e le sconfitte. Nasce un rapporto maestro-apprendista che porterà German a riversare su Claudio tutte le  aspettative disilluse della sua vita, offrendo al suo pupillo le letture, le domande e le battaglie 'giuste' per diventare uno scrittore. Ma Claudio non è German e la sua ossessione per la famiglia che sembra avere tutto ciò che a lui manca, non gli permette di staccarsene fino alle conseguenze più imprevedibili. 


Mayorga scrive un testo in cui è il lettore/spettatore a doversi mettere in discussione, entrando nella storia per interpretarla a suo modo. Per questo offre più finali possibili, più viste possibili dei suoi personaggi e persino più titoli possibili per l'opera cui stanno lavorando German e Claudio, la stessa che lo spettatore vive, con loro, in diretta. Negli scambi fra i due protagonisti c'è tutto il turbamento di uno scrittore, le sue domande, le sue deduzioni e tutto quello che ha imparato sulla scrittura, ma soprattutto c'è la sua epifania. Il momento in cui una persona, come racconte lo stesso Mayorga, "realizza che la sua passione, la sua missione, il senso della vita è osservare quelle degli altri, immaginarle e trasferirle sulla pagina".


Da Dostoevskij a Tolstoj, da Dickens a Poe, da Mann a Kafka, fino a Scott Fitzgerald e Joyce, Mayorga raccoglie ne Il ragazzo dell'ultimo banco la biblioteca necessaria per un aspirante scrittore, scoprendone anche i limiti e le false promesse. Scrittore che deve ricordarsi che "tutti siamo finzione. Siamo creature immaginarie dei nostri racconti".   


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