Il corpo dei desideri - 23 ottobre 2010

Immaginate una strada buia ai lembi di una città. Immaginate un piccolo cancello che si apre su di essa, con all'interno una corte che sembra assorbirvi in un tempo differente, in un luogo differente.
Immaginate una sala da ballo rettangolare, posta ai margini della corte, specchi su una parete, travi di legno che si spartiscono il soffitto, un pavimento consumato dai troppi tacchi che hanno litigato con il ritmo.
Immaginate all'interno della sala delle sedie verdi poste ad emiciclo, davanti allo specchio, due poltroncine con troppo lavoro sugli schienali, della cioccolata presuntuosa, che si è voluta trasformare in lettera, parola, pensiero. Immaginate voci che si intrecciano a risvegliare personaggi e orecchie pronte ad acchiapparli, per stenderli bene fra i loro pensieri. Immaginate occhi che bisbigliano curiosi e piedi che galleggiano, incapaci di frenare il corso dei desideri.   
Immaginate dei corpi: spezzati, perlustrati, spiati, cesellati, ammirati. Immaginate i loro desideri: possenti, impetuosi, privati, urlati, impossibili. Fluiscono liberi dalle pagine ad un viaggio che anche voi, ora, avete intrapreso. 

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