Sogni proibiti.


Qualche giorno fa mi sono trovato sulla soglia di uno dei miei sogni proibiti.

Qualcosa che si pone a metà strada fra il vivere in una casa in cui tutto, ma proprio tutto (persone comprese), è fatto di cioccolata (comprese le parole che escono dalla mia bocca) e il trovarmi a cena con Peter Cameron, John Maxwell Coetzee, Haruki Murakami e perché no, Francis Scott Fitzgerald, Gertrude Stein, Virginia Woolf e Aleksandr Isaevič Solženicyn, disposti a rivelarmi tutti i loro segreti dell’arte scrittoria e “lettoria”.

Mi riferisco alla possibilità di accedere a una delle più ampie raccolte di prime edizioni, libri rari e incunaboli presenti sulla rete, ossia a http://www.abebooks.it/, piattaforma che permette al visitatore di piluccare fra gli scaffali di migliaia di librerie sparse in tutto il mondo e di farlo in contemporanea, alla ricerca del proprio sogno proibito. All’inizio il pensiero si confonde e le dita tremano sul mouse, mentre scorre le infinite proposte: la prima edizione de La stanza di Jacob di Virginia Woolf del 1922? O Le canzoni del conte Giacomo Leopardi del 1824? E perché non un’edizione originale di A sangue freddo di Truman Capote del 1965? Non ponetevi limiti, la piattaforma abebooks non lo fa. Cosa dite? Quanto costano? Se mi fate questa domanda non siete dei veri maniaci del libro raro. Altrimenti il prezzo non avrebbe importanza, anzi più sarà alto, più sarà grande la soddisfazione di riuscire a far proprio il libro in questione. Vendere casa, sbarazzarsi della macchina, impegnare i gioielli della nonna, nulla sembrerà troppo. Confesso che alla macchina stavo già per rinunciare per una prima edizione di Mrs. Dalloway del 1925, d’altronde camminare leggendo mi è sempre piaciuto. Ma ad un tratto il mio sguardo è stato risucchiato dal viso di Truman Capote e da un oggetto che un libro proprio non era. Il suo certificato di nascita venduto per la modica somma di 30.000 euro. Una prima edizione s’intende. E allora mi sono chiesto: ma i libri rari si vendono perché ci sono molti più appassionati di letteratura di quello che si pensi o perché vogliamo possedere qualcosa che non ha nessun altro? E allora che sia un libro o un pezzo di carta poco importa, basta che altri sappiano che lo abbiamo noi, noi e nessun altro.

Armando Torno, in un suo articolo apparso su lalettura ci aggiornava, proprio pochi giorni fa, sul mercato del libro raro che, a dispetto di quanto sta accadendo a quello del libro “comune”, in contrazione perpetua, continua a evolversi, permettendo ai malati “libromani” (quelli che passeggiano nervosamente davanti agli scaffali stipati di incunaboli, emozionandosi per un possibile futuro contatto, reso impossibile dalla crudeltà dei loro familiari, che gli hanno abilmente sottratto contanti e carte di credito) di accedere a collezioni sempre più vaste, se disposti a vendersi un parente (quello crudele di cui sopra) pur di ottenere l’agognato volume.

Ma i proprietari di tali fortune, questi libri li sfogliano ogni tanto? Ne odorano le pagine, per inebriarsi dei retaggi di colle antiche? Ne sfiorano con palpitazione le copertine per catturare le emozioni delle centinaia di dita che li hanno preceduti? Si fermano a leggere una nota a margine lasciata da una penna sconosciuta? E se non lo fanno e giusto che li posseggano?
Il giudizio lo lascio a voi.

P.S. Il sito comunque vale una visita, Natale è lontano, ma visti i prezzi è meglio iniziare a lavorarsi i parenti ai fianchi e...con largo anticipo.

Commenti

  1. Grazie per la "pericolosissima" indicazione (ho già iniziato a riempire la lista dei desiderata...)

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  2. E' stato un piacere Giovanni. Non si faccia scoprire a casa, mentre sta staccando la tv al plasma dalla parete per tentare di venderla, insieme all'utilizzo in multiproprietà del soggiorno, pur di avere la prima edizione degli scritti di Vonnegut. Qualcuno, pazzo furioso, potrebbe dissentire dalla sua scala di valori.
    Pierfrancesco

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