Dopo sessant’anni c’è ancora bisogno di Nuovi Argomenti in letteratura?

È la domanda che probabilmente si sono posti i direttori (perché ce ne sono svariati), i redattori e tutti coloro che negli anni hanno collaborato alla rivista Nuovi Argomenti, fondata da Alberto Moravia e Alberto Carocci nel 1953, e che martedì scorso hanno festeggiato alla Casa delle Letterature di Roma questo progetto pluriennale basato sullo scambio e la contaminazione di idee e arti, per il piacere e il dolore di spingersi verso “il diverso”
Dacia Maraini e Raffaele La Capria, Furio Colombo e Emanuele Trevi, Carola Susani e Chiara Valerio, queste alcune delle “tessere” del puzzle Nuovi Argomenti che hanno ricostruito per i presenti un pezzetto di storia della letteratura in Italia. Diversità a confronto che hanno ricordato, tutte a modo loro, ma tutte all'unisono, uno degli elementi chiave della rivista: la sua apertura a nuove idee, la sua disponibilità a dar voce a punti di vista spesso conflittuali, ma necessari a garantire lo sviluppo delle voci dei futuri narratori italiani.
La storica rivista, oggi edita da Mondadori, ne ha approfittato per rilanciare anche la sua immagine, decidendo di affidare, forse sulla scia dell’esperienza del supplemento culturale del Corriere della Sera La lettura, le copertine di Nuovi Argomenti ad artisti che enfatizzino i temi portanti dei vari numeri, anzi dei vari anni, visto che ogni anno lo stesso artista curerà tutte le 4 copertine del trimestrale. Per il 2013 è stato scelto Julian Opie con il progetto “Gente che cammina”, a dimostrare ancora una volta che per fare della buona letteratura bisogna conoscere i propri lettori, vivere con loro, incrociarsi e toccarsi a vicenda.

Ma forse la più grande novità sarà la presenza della rivista sul web con il nuovo sito www.nuoviargomenti.net , frutto di un lungo lavoro di Carlo Carabba (caporedattore web, insieme a Chiara Valerio) che si pone l’obiettivo, insieme alla digitalizzazione della rivista in formato e-book, di rompere finalmente la barriera fra lettore cartaceo e lettore virtuale che si faticava a superare e che mal si adattava alla vocazione di sperimentazione e di ricerca di nuove voci e nuovi strumenti letterari in cui i fondatori di Nuovi Argomenti e i loro successori avevano sempre affermato di credere.

La sfida sarà rendere il volto virtuale della rivista il più possibile dinamico e interattivo, pur mantenendo alto il livello qualitativo dei contenuti proposti, mediando fra necessità di protagonismo di chi vedrà le porte di uno dei santa sanctorum della letteratura italiana schiudersi a post compulsivi e chi invece dovrà garantire che la pluralità non divenga solo una gran confusione.


Si accettano scommesse, ma noi tiferemo per Nuovi Argomenti, perché i rischi sono tanti e l’obiettivo è ambizioso.


Mai come in questo periodo, la risposta alla domanda che ci siamo posti all'inizio dovrebbe essere affermativa.


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