Quando Stendhal pubblicò Kafka

Cosa hanno in comune Stendhal e Kafka? Apparentemente nulla. 
Li dividono cento anni esatti (Stendhal nacque nel 1783 a Grenoble e Kafka il 1883 a Praga) e un modo completamente diverso di considerare la vita e la scrittura. 

Stendhal (nome d'arte di Marie - Henri Beyle) amava le persone, ne era incuriosito e da loro prendeva ispirazione per le sue opere, scriveva di getto, senza curarsi troppo della forma, attirando a sé critiche da gran parte del mondo letterario francese del XIX secolo. Era la storia a dover prevalere, a muovere, con il suo impeto, la curiosità del lettore. In cerca di continue ispirazioni, come un cane da tartufo, intercettava e si insinuava in tutti i salotti della borghesia e nobiltà di Parigi, dove era giunto all'inizio del secolo con il "fermo proposito di essere un seduttore", intessendo e usando le relazioni per sostenere la sua carriera letteraria. Queste continue osservazioni, servirono, insieme alle sue letture shakespeariane (era innamorato del bardo), da tavolozza per la costruzione di personaggi complessi e sfaccettati che rappresentarono al meglio le passioni e le meschine paure dei francesi del primo scorcio del XIX secolo. Personaggi he gli permisero di raggiungere il successo e la fama che aveva sempre desiderato.


Kafka aveva paura delle persone, temeva che lo trovassero strano, ossessivo, mentalmente e fisicamente ripugnante. Chi lo incontrava aveva l'impressione che fosse circondato da una parete di vetro. "Stava là, dietro il vetro trasparentissimo, camminava con grazia, sorrideva come un angelo meticoloso e leggero. [...] e sapeva qualcosa di cui gli altri uomini non sanno nulla'" 1
Senza contare che le persone fanno rumore e pretendono attenzione, che invece Kafka aveva bisogno di consegnare integra alla sua scrittura che esigeva da lui isolamento e dedizione monacale. La storia per Kafka era secondaria e strumentale all'analisi dell'angoscia esistenziale in cui erano immersi i suoi personaggi, l'angoscia di sentirsi staccati dal mondo, "fili d'erba che cominciano a crescere solo a metà dello stelo" 1. Questa scelta non fu apprezzata dagli editori a cui Kafka propose le sue opere che rimasero per lo più inedite fino alla sua morte. 


Eppure per una sorta di contrappasso dantesco (Dante era uno degli autori preferirti della madre di Stendhal che lo leggeva in italiano), oggi una delle piccole case editrici  più interessanti in circolazione, Edizioni Henry Beyle, ha dedicato una delle sue edizioni a tiratura limitata proprio a Franz Kafka e a una delle sue passioni: scrivere lettere. Kafka ne scrisse moltissime, ad amici e editori, era molto più facile per lui comunicare in maniera asincrona, senza dover sostenere l'ansia dello sguardo e del chiasso degli altri. Con la consueta maestria con cui questa casa editrice cura le sue pubblicazioni (i volumi sono lasciati con le pagine intonse, che il lettore avrà il piacere di dividere con un tagliacarte, facendo un salto indietro di secoli) ha pubblicato nella collana Piccola biblioteca degli oggetti letterari un volume dell'autore de La metamorfosi dal titolo Indubitabile è in me la brama di libri (a cura di Enrico Ganni con testo a fronte in tedesco), con cui è possibile provare a oltrepassare la parere di vetro dietro cui si nascondeva Franz Kafka. Un'opportunità che Stendhal avrebbe colto senza alcun imbarazzo. 




1 - da Kafka di Pietro Citati - Adelphi edizioni.

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