La letteratura del Silenzio secondo Di Stefano


Il silenzio.
Vuoto assoluto dell’anima o sussurro che albeggia dentro e stacca i pensieri, pesanti grappoli di progetti inascoltati?
Domenica scorsa su La Lettura nuovo e interessante progetto de Il Corriere della Sera di cui abbiamo già parlato nel post del 20 novembre scorso  è apparso un articolo di Paolo Di Stefano che ha il sapore delle piccole cose di grande spessore.
Non è un’esperienza nuova per l’autore quella di rovistare nelle sue ampie bisacce letterarie alla ricerca di un inconsueto punto di giunzione fra autori apparentemente molto diversi. Ma è nella diversità che sta la forza del lavoro di Di Stefano, che non si ferma alla prima forma della parola che incontra nel suo cammino di lettore, ma scende di livello, sottotraccia, ancora e ancora, regalandoci delle angolazioni particolarmente precise e a volte del tutto inaspettate su autori come Beckett, Mailer o Proust. Leggere Di Stefano è sempre un piacere. Per gli occhi, che scorrono veloci su parole acuminate, felici di inseguirsi senza affanno e pronte a far scaturire nel lettore nuovi dubbi per quadrate certezze; per la mente, che si affida alla vorace ricerca di Di Stefano, sicura di trovarsi in un territorio inesplorato e per questo più stimolante; per la voce (quella di dell'autore) che troviamo sempre attenta a non diventare essa stessa il centro della narrazione.
E quindi immergetevi nel silenzio di Di Stefano, come fareste in una pozza di acqua cristallina, dove nessun rumore potrà turbarvi e dove i vostri pensieri potranno staccarsi e iniziare a viaggiare, con l’immaginazione naturalmente.

Poi ritornate, mi raccomando, altrimenti non potremo attendere insieme il prossimo viaggio.

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