Neologismi: ITSO - Inability To Switch Off
Trattandosi del primo post del nuovo anno, sembrava
doveroso partire da un neologismo che di istruttivo non ha tanto il significato, quanto la concezione della vita che in esso si nasconde e che qualche sano dubbio dovrebbe
farci spuntare. Nel caso di specie, più che di un neologismo, parliamo di un neo-acronimo e della patologia che in esso si nasconde: ITSO.
Cominciate a memorizzarlo, perché a noi italiani sembrano piacere molto gli acronimi e le
sigle, soprattutto se di origine straniera. E così, grazie all'ITSO, ossia all'Inability To Switch Off (letteralmente
all'incapacità di staccare la spina, di disconnetersi) abbiamo cominciato
il 2012 imparando un nuovo termine (e questa è sempre una buona cosa) e
facendo la conoscenza di Antonio Horta-Osorio e del male sottile che accomuna Antonio a molti di noi.
Per chi non ne avesse sentito parlare (in questi ultimi
giorni vari quotidiani hanno ripreso la notizia) questo
cinquantenne sorridente ed elegante (avvolto in un immancabile blazer fumo di
Londra), a capo di uno degli imperi finanziari più importanti d'Europa (il
Lloyds Banking Group), ha dovuto lasciare all'improvviso il suo prestigioso
posto di lavoro per ricoverarsi in una altrettanto prestigiosa clinica ed iniziare a disintossicarsi dal lavoro e dagli schermi dei suoi pc, palmari, tablet e
smartphone, da cui ormai non riusciva più a staccarsi. E parliamo letteralmente, visto che erano giorni che non abbandonava il suo ufficio (smettendo anche di mangiare e
dormire), pur di non disconnettersi dalle sue appendici
tecnologiche con l'assurda (ahimè sempre per meno persone) pretesa di riuscire, in questo
modo, a tenere tutto sotto controllo, evitando che qualcuno, magari con un
"cinguettio" potesse
superarlo. E se qualcuno di voi sta immaginando il povero Antonio con in mano
il suo blackbarry, mentre interpreta
a suo modo Gollum/Smeagol nella trilogia di Tolkien nella sua famosa e
famigerata frase ("E' il mio tesssoro",
con tutte le "s" che riuscite a pronunciare), chiuso nel suo ufficio di cristallo, sospeso su una
City oscura e inospitale, forse non siete così lontani dalla realtà; con buona pace di Aleksej
Grigor'evič Stachanov, la cui dedizione al lavoro si era limitata, in
un lontano e evidentemente trascurabile 1935, a raccogliere 102 tonnellate di
carbone in poco più di sei ore di lavoro come minatore. Una bazzecola rispetto
alle migliaia di mail, sms, twitt e click che avrà realizzato il povero Antonio
Horta-Osorio in una sola notte.
Attenti quindi all'eccesso di connessioni, potreste
trovarvi a lavorare troppo...delegando ad una connessione gran parte della vostra
vita.
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Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaAvevo scritto un commento, non riesco a pubblicarlo, ho per errore pubblicato una cosa che sono riuscita a cancellare da sola dopo aver chiesto a te di farlo...
RispondiEliminaEcco, questa è l'interconnessione...un gran casino
:)
Ora non mi va di riscrivere tutte le cose che avevo scritto nel commento giusto a questo post, ma le sue vicende mi sembrano esemplificative.
Faccio solo una riflessione che faccio sempre mentre mi interconnetto: tutto questo meraviglioso mondo a portata di click (espressione che odio con tutta me stessa) non ci ha forse allontanati dal mondo vero, fatto di gente vera?
E non ci ha allontanati anche da noi stessi, trasformandoci in bovini che brucano informazioni per poi ruminarle con calma....non si sa quando?
Il primo commento è stato cancellato.
RispondiEliminaIl secondo è più che condiviso e condivisibile.
bovini sì, ma con l'illusione di essere gli unici a capo della nostra piccola mandria...
Ma perché non riesco ammettere i commenti o ci riesco con enormi difficoltà?
RispondiEliminaUffa
E alla fine devo sempre riassumere i concetti...
Questa è l'era dell'individualismo sociale