Strega LXVI: vincitori e vinti...ma i lettori?

La mitica bottiglia giallo paglierino ha colpito ancora.

E sebbene i primi ricordi degli italiani legati allo Strega siano spesso connessi a uno o più dolci tipici del caleidoscopico panorama culinario italiano, che con lo Strega (e solo con lo Strega), ha, da sempre, aromatizzato pan di spagna, crostate, babà, struffoli e pastiere, anche il più importante premio letterario italiano, che sempre all’icona del sannitico liquore è legato dalla sua nascita, ne ha quest’anno per tutti i palati.

Il premio è andato ad Alessandro Piperno e al suo Inseparabili edito dalla Mondadori con 126 voti ed è stata, come da tradizione, polemica. I giornalisti hanno cominciato a contare quante volte nelle ultime edizioni ha vinto un libro del gruppo Mondadori (cinque volte, negli ultimi sei anni), gli editor (degli sconfitti) hanno iniziato a sparare a zero sul vincitore, in alcuni casi con inconsueta e aspra verbalizzazione di quello che realmente pensavano. Uno fra tutti Vincenzo Ostuni di Ponte alle Grazie (sostenitore di Emanuele Trevi con il suo Qualcosa di scritto), che ha definito il libro di Piperno «profondamente mediocre» e «senza un’idea, senza un’ombra di responsabilità dello stile».

Se a tutto questo aggiungiamo che la vittoria è avvenuta sull’ombra di due voti, quelli che Ostuni avrà contato e ricontato incredulo sulla storica lavagna dai riquadri gialli su cui si scrivono con il gesso le preferenze degli Amici della domenica (vedi post del 22 aprile su imago), quelli che, alla fine, hanno separato Trevi (124 voti assegnati) dalla vittoria, non ci si poteva aspettare che l’eruzione della sessantaseiesima polemica per la sessantaseiesima edizione del premio.

E i lettori? Cosa dovrebbero dedurre da queste polemiche sulla qualità reali dei libri in concorso? Certo, se si va sul sito del premio Strega e si controllano gli editori dei libri che hanno vinto il prestigioso riconoscimento dal 1947 a oggi, abbiamo sempre gli stessi nomi: Mondadori (23 assegnazioni), Einaudi (11), Bompiani e Rizzoli (9), Feltrinelli e Garzanti (4), più 6 ad altri editori (ossia circa il 9% del totale dei premi assegnati non è andato a grandi editori). Ma questo vuol dire che Mondadori è il più capace a scovare talenti letterari o a comprendere, anticipare, "assecondare" i gusti dei lettori?

Mettiamo da parte la statistica, le pressioni dei grandi agglomerati editoriali, le presunte telefonate arrivate agli Amici della domenica; in guerra tutto è permesso e quella magica fascetta gialla con le lettere rosse tutti ancora la vogliono, per tentare quei lettori che leggono (o più che altro comprano) quell’unico libro all’anno e utilizzano lo Strega o il Campiello come spartiacque nel mare magnum della sovra pubblicazione della nostra editoria. Se poi questa equazione funzioni, ce lo diranno i dati di vendita. Quindi aspettiamo e intanto leggiamo, leggiamoli tutti i finalisti del premio Strega e giudichiamo.

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