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Visualizzazione dei post da luglio, 2009

Ancora la trama - siete ancora lì?

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Non mi vorrete abbandonare con un imponente tema (la ricerca di un cambiamento) senza una trama, seppur stiracchiata, da sviluppare, vero?! Vi assicuro che è più facile di quello che potrebbe sembrare, sono certo che già siete degli esperti produttori di trame letterarie senza saperlo. Dite di no? Scommettiamo che riesco a farvi cambiare idea? Proviamo. Partiamo da un'immagine, qualcosa di semplice. Tema: il risveglio . Contesto : è lunedì mattina e la vostra sveglia sta per suonare. Stranamente vi siete svegliati qualche minuto prima del volgare ed inappellabile bippare dello strumento di tortura che avete dolorosamente piazzato sul vostro comodino. Sempre sperando, segretamente, che possa s mettere di funzionare nel cuore della notte privandovi così del senso di colpa per essere arrivati tardi a lavoro. Siete ancora storditi, ma non abbastanza da ignorare il fatto che di lì a 45 secondi dovrete prendere definitivamente coscienza del vostro corpo, della vostra vita e del fin tro

Fase 2 - la trama

Grazie ai primi generatori di immaginazione che hanno ceduto al mio richiamo. Insistete e fate proseliti, mi raccomando! Leggendo i vostri commenti sembra che il tema del nostro racconto sarà la “ ricerca ”. Non oseremo avventurarci per boschi narrativi di proustiana memoria , ma è importante tentare di orientarsi davanti a questo sostantivo così imponente. “ Ricerca = atto, effetto del ricercare. Indagine volta a raccogliere documenti, prove, ad accertare una situazione di fatto .” Questo è quanto riporta il vocabolario. Eccezionalmente riduttivo, non vi sembra? Non è forse vero che ogni nostra azione è rivolta a soddisfare un’esigenza di ricerca? Ricerca di cibo, soldi, status, contatti umani o addirittura ricerca di noi stessi, di un senso, del senso della nostra esistenza. Qualcuno potrebbe azzardare l’ipotesi che tutta la nostra vita non è altro che una “ ricerca ”, ma probabilmente quel qualcuno sarebbe uno scrittore esistenzialista e noi ci guarderemo bene da questi loschi fig

imago 2.0

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Un blog si rivolge al suo unico vero lettore: colui che l’ha creato. Una sorta di maniaco della parola, di solito così focalizzato su se stesso da trovare molto più comoda la comunicazione virtuale rispetto al pericolo di un rapporto fatto di sguardi annoiati, gesti nervosi e sbadigli frustrati. Così si sceglie di aprire un blog, spesso una sorta di diario aperto, a cui tutti possono attingere. Una valvola di sfogo alla propria insoddisfazione o all’esigenza di esprimere il proprio parere indisturbatamente, senza che nessuno possa opporsi. Un “Hide Park Corner” senza il pericolo insito nel confronto. Un modo per pensare, per illudersi, che da qualche parte ci sia qualcuno che sta condividendo le emozioni dell’autore, senza avere l’esigenza di essere a sua volta ascoltato. Il sogno di tutti: centinaia di potenziali ascoltatori silenti, pronti ad attivarsi ad un nostro click . “ E tu? ” mi potreste chiedere voi potenziali lettori di questo blog, “ Tu non hai fatto la stessa cosa, aprendo