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Visualizzazione dei post da gennaio, 2013

Parole, parole, parole...di un Maestro.

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Parole, parole, parole , non come quelle della canzone di Mina e Alberto Lupo, ma più acuminate e didascaliche e perfette, quelle con cui Lancaster Dodd (interpretato da Philip Seymour Hoffman ) inizia a invadere con il suo “procedimento” la testa dello spettatore durante i 137 minuti del film The Master di Paul Thomas Anderson (regista e sceneggiatore di film come Boogie Nights, Magnolia e Il Petroliere ). Parole che non risparmiano certezza, parole che s’infrangono sui dubbi di cui ognuno di noi è ricolmo per fare piazza pulita, per mettere ogni cosa al proprio posto, per privarci del fastidio di chiederci se ciò che è o è stato o sarà lo abbiamo effettivamente vissuto, lo viviamo o lo vivremo. Tutte domande che non si devono porre , che non hanno senso, se si sono lette con attenzione le migliaia di pagine del primo e del secondo libro della “ Causa ” che la mente di Dodd ha partorito. Pagine ricche di certezze e contraddizioni, messe lì come test, per provare la nos

Twitter e il guerriero della luce.

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È lunedì mattina, siete pervasi da quell’umore che stride con qualsiasi essere umano che respiri intorno a voi, l’auto non è partita perché sterminata dal ghiaccio e la metropolitana ha deciso di accogliervi con il consueto abbraccio fatto di migliaia di esseri umani in batteria, cui non è permesso muovere braccia o gambe, ma solo di respirare un miscuglio di deodoranti, dopobarba, sudori tiepidi, plastica surriscaldata e alcol che hanno intorno. Siete finalmente giunti a lavoro, convinti, una volta di più, che il tempo impiegato per stirare il vostro abito, tailleur o maglietta e pantalone (per i più fortunati) sia tempo bruciato. È in quel momento che vi ricordate che qualche burlone delle risorse umane vi ha convinto a iscrivervi ad un percorso manageriale, perché mentre parlava voi avete registrato quella parola “manageriale” e avete subito messo in pratica l’equazione manager = capo = promozione = soldi = potere = sottoposti , così gli avete sorriso, abitudine che avevate cerca

2013: anno del lettore potenziale?

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A Stefano Mauri, presidente del gruppo editoriale GeMS (Gruppo editoriale Mauri Spagnol, così denominato nel 2005 in onore dei due fondatori: Stefano Mauri e Luigi Spagnol , gruppo che oggi raggruppa marchi come Guanda, Corbaccio, Ponte alle Grazie, Longanesi, Garzanti e Salani ) si deve probabilmente la prima discussione del 2013 sul futuro dell’editoria. Su L’espresso del 3 gennaio 2013 si rivolge ai lettori per chiarire il punto di vista dell’editore su mesi, diciamo anche anni, di lunghe e spesso sterili discettazioni sul futuro del libro e sulla presunta guerra fra editori e e-book, fra editori e catena distributiva (fisica o virtuale come IBS o Amazon), fra editori e autori. Tutti l’un contro l’altro armati per difendere le rispettive posizioni, guerra che secondo Stefano Mauri ha portato a identificare l’editore come un lupo cattivo , interessato solo al guadagno a scapito dei contenuti, pronto a lottare contro l’innovazione del libro elettronico pur di mantenere il contr