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Visualizzazione dei post da novembre, 2010

Non parliamo di politica

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Non lo facciamo infatti, diventa solo uno spunto per pensare…e questo ancora ci piace. Stamane ho letto su un giornale un articolo scritto dal consueto “analista socio-politico” che infesta i nostri media, figura a metà strada fra un giornalista e un rabdomante alla ricerca di una fonte, seppur incerta e posticcia, di verità, davanti alla quale fugge, spezzando il suo bastone. Di solito questo personaggio si limita a muoversi avanti e indietro nello spazio di deserto che gli è stato assegnato, lo rastrella, liberandolo dalle radici morte delle teorie dei colleghi; lo riempie di solchi di dubbi, impliciti naturalmente (per non correre troppi rischi) e poi semina sabbia di parole leggere e scontate, accuse generiche e retoriche, che si mischiano le une nelle altre, lasciando il lettore in perenne attesa di una fioritura di idee che non sono mai esistite. Anche l’articolo che ho letto questa mattina non ha donato verità al lettore, limitandosi a riepilogare le principali carenze del no

Una parola, un verso – quattordicesima: raccogliere...parole

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raccògliere (ant. e poet. raccòrre) v. tr. [der. di cogliere, col pref. ra-] (coniug. come cogliere). – 1 . Sollevare, prendere o riprendere da terra cosa o persona 2.a. Mettere insieme, radunare, riunire: r. denaro, oboli, documenti, citazioni, esempî, argomenti, notizie, indizî; r. uomini, soldati, compagni; b. Captare, concentrare in un punto 3. Riunire insieme le parti di una cosa allargata, aperta o distesa, quindi stringere insieme, ripiegare: r. le ali, le gambe, il corpo, le vele, le sartie, le reti. Fig.: r. le forze, i pensieri; r. la mente, concentrarla in un pensiero, nella meditazione. E’ questo che spesso fa uno scrittore: raccoglie parole. Nadine Gordimer , che con il suo inseparabile taccuino scappa nel bush sudafricano per respirare nuvole e parole, scegliendo le più preziose da raccogliere in attesa che arrivi la storia migliore in cui piantarle e solo allora, con un po’ di malinconia, lasciarle andare. Haruki Murakami , autore dalle leggiadre sfumature, che

Alla ricerca di "strade bianche" di Enrico Remmert

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Vittorio, Francesca e Manu: le voci narranti di un viaggio da Torino a Bari in compagnia della "baronessa", un vecchia Fiat Punto rubata ad una autoscuola; un’automobile con i doppi pedali, per far capire subito che la storia che sbirceremo fra le righe di questa edizione Marsilio del libro di Enrico Remmert “Strade Bianche” avrà più di una guida.  Tre schegge della stessa anima si cercheranno furiose per tutto il viaggio, alternando i loro punti di vista e la loro versione della storia per un itinerario che è diretto a Bari, ma potrebbe essere per Timbuctu. Quasi un giro del mondo, di più mondi, se si sommano le innumerevoli soste nello spirito, le improvvise accelerazioni dei desideri, i guasti delle parole e gli scontri della ragione. A tutto si assiste come se si fosse sballottati in quella Punto, stretti fra Vittorio e Francesca, fidanzati non più tali, sebbene nessuno dei due abbia dichiarato all'altro la sua scelta. A guidare e a guidarci in questo sconclusionat

Una parola, un verso – tredicesima: separare

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separare v. tr. [dal lat. sepărare, comp. di se- «a parte» e parare «fare, approntare»] 1. a . Dividere, disgiungere persone o cose vicine o contigue, mescolate, materialmente o spiritualmente unite; b . Distinguere , sceverare: s. il buono dal cattivo; c . Con riferimento a contendenti, a persone che litigano, mettersi in mezzo tra loro, far cessare una lite o una rissa; 2 . ant. Interrompere, far finire : una fratellanza e una amicizia sì grande ne nacque tra loro, che mai poi da altro caso che da morte non fu separata (Boccaccio). 3 . rifl. Dividersi, staccarsi, allontanarsi da persone alle quali si era legati da interessi, idee, sentimenti e attività comuni. Dalla famiglia, dagli amici, da se stessi. Parto dal terzo significato proposto dalla parola di questa settimana, quello riflessivo, quello egoistico: “separarsi”. Molto spesso sinonimo di legittimarsi, realizzarsi. Separarsi dal socio che non ci comprende, l’azienda che non ci apprezza, il compagno che non ci sostiene, gli