Post

Visualizzazione dei post da novembre, 2012

Il demone della lettura: rischio necessario.

Immagine
Il momento migliore per incontrarli è quella sezione leggera e densa che divide la notte dal mattino, durante le poche ore che pulsano nella vostra testa, costringendovi a tenere le mani sulla carta, gli occhi sulla pagina e l’anima fra le dita. Fermi a rigirarla, avanti e indietro, come fosse una stecca morbida di liquirizia, che non osate ancora mordere o succhiare, fermi ad aspettare che si stacchino dal quel supporto che profuma di colla e mani altrui, per toccarvi. E allora non vi sarà più luogo o tempo dove recarsi, senza che essi siano con voi. P ersonaggi . Parliamo di loro. Quelli di cui Primo Levi diceva: « Non hanno pelle né sangue né carne, hanno meno realtà di un dipinto o di un sogno notturno, non hanno sostanza che di parole, […] eppure puoi intrattenerti con loro, conversare con loro attraverso i secoli, odiarli, amarli, innamorartene .» Quelli su cui Fabio Stassi ha pubblicato, un paio d’anni fa, un prezioso lavoro che raccoglie i personaggi che l’hanno accompag

Cinema d'incresciosa normalità - cambiare punto di vista al Festival del Cinema di Roma

Immagine
Molte coppie si vantano di conoscere così bene il partner da potersi muovere all’unisono. Questo accade anche a Hélène e Joachim (i due protagonisti di Main dans la main film di di Valérie Donzelli – Francia 2012 - presentato in anteprima al Festival internazionale del Film di Roma ) e fino a qui nulla di nuovo, se non fosse che i due in questione non si amano, non si conoscono, non si sono mai visti prima del loro casuale incontro all’Opéra di Parigi, momento dal quale sono costretti a muoversi all’unisono, come in una coreografia surreale e grottesca a metà fra Il favoloso mondo di Amélie di Jean-Pierre Jeunet e Burn After Reading dei fratelli Coen. Ogni movimento che fa Hélène, Joachim lo deve replicare, conferendo ai primi venti minuti di pellicola l’aspetto di un semplice divertissement , seppure gradevole e di “alleniana” impostazione. La sfida della giovane regista è stata però quella di trasformare questa coppia inopportuna in un insieme che funziona, perché riesce a f

L’ansia di fare, sì, ma di chi è la colpa?

Immagine
"Qualche tempo fa mi sono trovato fra le mani un suono e non l’ho ignorato." Sarebbe un incipit molto interessante per un romanzo. Una sinestesia da cui far partire la curiosità del lettore per l’ Io narrante in prima persona che, evidentemente, ha deciso di iniziare da una particolare sensazione provata per raccontare la sua storia. Ma in questo caso la sinestesia non sussiste o meglio la sinestesia, metafora per cui si uniscono in stretto rapporto due parole che si riferiscono a sfere sensoriali diverse, non è altro che una perfetta intuizione. A collegare udito e tatto ci ha pensato il nostro cervello ben prima della semantica, sembra infatti che un'equipe dell’università di Georgetown abbia presentato ad una sessione della Society for Neuroscience uno studio chedimostra che la percezione di ciò che ascoltiamo varia al mutare dell’utilizzodel nostro sistema motorio , a cominciare proprio dalle mani. Facendo ascoltare dei suoni ad un campione di individui,

Una parola, un verso: trentunesima - pellegrino

Immagine
Vi siete mai avventurati sull'antica via Francigena , con lo zaino in spalla e il cuore leggero?  La via in questione era il collegamento per eccellenza fra Canterbury in Inghilterra e Roma e fu percorsa, fra i primi uomini in cerca di luoghi lontani che potessero fortificare la propria fede, dal vescovo Sigerico nel 990 d.c. che, oltre a ricevere un premio squisitamente terreno (l'investitura a vescovo appunto) al suo arrivo in una delle tre città sante dell'epoca (Roma, che si divideva il titolo con Gerusalemme e Santiago), dimostrò che l'uomo ha in sé da sempre il germe sublime della narrazione .  Sigerico decise infatti di annotare nel suo diario di viaggio tutto il percorso di ritorno da Roma, con dettagliate descrizioni dei luoghi e dei rifugi utilizzati durante un pellegrinaggio di ben 1.600 chilometri, compiuto in soli 79 giorni per rientrare nella sua amata Inghilterra. Qualche giorno fa, per caso, mi sono trovato a percorrere un piccolo tratto di questa