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Quello scarafaggio di un politico e i destini di un Paese

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Per quanto tempo un moscone morto conserva un buon sapore? Come si parla senza avere una  bocca? E come ci si sente a avere uno scheletro esterno? Domande vitali per chi volesse scrivere una storia che ha come protagonista uno dei milioni di  scarafaggi con cui conviviamo nelle nostre città. Domande che potremmo girare al primo ministro  inglese, vero esperto nel campo, almeno secondo Ian McEwan e il suo nuovo romanzo Lo  scarafaggio (edito da Einaudi e tradotto da Susanna Basso).  Una metamorfosi inversa rispetto a  quella di Gregor Samsa , personaggio scolpito nella memoria collettiva di noi occidentali grazie alla  mente visionaria di Franz Kafka, risvegliatosi una mattina nei panni, anzi nel guscio di uno  scarafaggio. Il protagonista della storia di Ian McEwan vive infatti la sorte opposta, Jim Sams ,  nobile blatta dalla corazza splendente, si sveglierà una mattina in un disgustoso  corpo umano , provando così l’ebbrezza di sorprendenti altitudini e l’orrore di una ma