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Visualizzazione dei post da maggio, 2016

L’arte e i bambini. I consigli di Margherita Loy

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L’incontro con Margherita Loy inizia molti anni prima dell’ultimo Salone del Libro di Torino dove l’ho intervistata, arriva inatteso e in compagnia di una bambina. Aveva cinque anni e l’avevo portata a una mostra fotografica del «National Geographic». Lei era rimasta incantata davanti a una gigantografia di un bruco verde mela con degli occhietti rossi rubino che gli sporgevano dalla testa, ammesso che un bruco abbia una testa. All’uscita dalla mostra ci mettemmo a curiosare nel munifico boookshop del Palazzo delle Esposizioni di Roma nella sezione dedicata ai bimbi per poi ritrovarci a sfogliare lo stesso libro dalla copertina rigida con sopra la riproduzione del dipinto La camera di Vincent ad Arles , autrici Margherita e Rosetta Loy. Un libro che apre più di una finestra sull’universo del pittore olandese, che non ha mai accettato l’ordine precostituito e l’idea che gli altri, mercanti d’arte e colleghi pittori compresi, avevano della realtà. Margherita Loy Mi piacerebb

L’arte di spaventare: intervista con Jeffery Deaver

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«Thomas Harris, Stephen King e Jeffery Deaver, i grandi maestri del Thriller» parola di Sandrone Dazieri , uno degli autori contemporanei più interessanti del panorama italiano del romanzo noir/thriller, «questi tre autori – continua Dazieri - sono da studiare continuamente», possibilmente da vicino. Detto fatto, ho approfittato del Salone Internazionale del Libro di Torino per incontrare Jeffery Deaver, 66enne prolifico scrittore americano che è riuscito a creare alcuni personaggi che di storia in storia (il romanzo seriale Deaver lo scriveva già negli anni ’90) hanno attraversato vent’anni, risultando ancora vividi e necessari per i milioni di lettori che, in ogni angolo del pianeta, attendono il prossimo romanzo di Jeffery Deaver.  Lo incontro nella hall di un hotel nato dal recupero di una porzione del Lingotto di Torino, dove di solito vengono accolti gli ospiti più prestigiosi del Salone: un rincorrersi di cristalli e travi in ghisa, candidi divani dalle forme compatte

XXIX Salone Internazionale del Libro di Torino: visioni per guardare lontano?

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Attendendo il trentennale, il Salone Internazionale del Libro di Torino ha riaperto le porte ai suoi visitatori il 12 maggio scorso al Lingotto. In un contesto europeo di chiusura in se stessi, creazione di muri e sospensioni ‘temporanee’ di diritti, il tema di questa edizione ( Visioni ) tenta di far smettere di guardare all’oggi (anche perché non ci offre uno spettacolo edificante, come se cercasse di sintetizzare in pochi anni la summa delle teorie sui barbari di Zygmunt Bauman ) per puntare al domani, cercando nella voce di innovatori e visionari un trampolino da cui il lettore può iniziare il proprio viaggio.  Al Salone Internazionale del Libro di Torino allora prendono parte Roberto Cingolani , dal 2005 direttore dell’Istituto italiano di Tecnologia (IIT), centro avanzato di robotica e nanotecnologie; Carlo Rovelli , esperto di fisica quantistica, che ha rivelato uno straordinario talento di divulgatore, facendo delle sue Sette lezioni di fisica un best-seller tradotto

A cento anni da Boccioni la vita è ancora dappertutto

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Il 2016 non è soltanto l’anno in cui si ricordano i 400 anni dalla morte di Shakespeare . Nel 1916 scompariva uno degli artisti più poliedrici e instancabili del nostro primo Novecento. Parliamo di Umberto Boccioni : pittore, scultore e cofondatore del movimento Futurista, di cui ha scritto (insieme a Russolo e Carrà) il Manifesto nel 1910. Un uomo che riuscirà, con la continua messa in discussione di se stesso e delle sue opere, a non accontentarsi mai dei risultati raggiunti. Per ricordare questo protagonista dell’avanguardia italiana, al Palazzo Reale di Milano (in questa città Boccioni ha vissuto proprio gli anni del Futurismo) è stata organizzata una mostra ( Boccioni 1882-1916. Genio e memoria ) che parte dalla scoperta di importanti documenti legati alla vita di Umberto Boccioni negli archivi della biblioteca civica di Verona. Fra questi c’è l’ Atlante di immagini , raccolta di pensieri, domande e intuizioni che l’artista costruì per documentare l’evoluzione della sua

La seconda classe di Hoda Barakat a Chiasso/Letteraria

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«Negli eventi di lingua italiana c’è meno certezza di conoscere già le risposte». Hoda Barakat Parola di Hoda Barakat , scrittrice libanese che dopo un periodo di grande partecipazione a eventi e dibattiti sul mondo arabo e sulle sue presunte caratteristiche, ha deciso di diradare le sue apparizioni in pubblico, soprattutto negli eventi letterari che si rincorrono in questo periodo sul rapporto fra Europa e Islam nella sua seconda patria: la Francia. In un’intervista con Stefano Montefiori su La Lettura , Hoda Barakat, che ha vissuto la guerra civile libanese e sui rapporti fra ragioni contrapposte ha scritto molti dei suoi romanzi, ci dice che gli scrittori e gli intellettuali francesi sembrano aver perso il loro ruolo. «I parigini che sono seduti ai tavoli dei bar e hanno paura di essere le prossime vittime di un attentato terroristico, come quello del 13 novembre scorso, hanno il diritto di aver paura. Ma l’intellettuale dovrebbe avere un atteggiamento o