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Visualizzazione dei post da ottobre, 2014

Il Ruzzle di Alice al Festival Internazionale del Film di Roma

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Chi è pronto a una partita a Ruzzle con Alice ? Vi avviso,  si tratta di una versione molto particolare del gioco che ci spinge a trovare parole dal senso compiuto in mezzo a una scacchiera di lettere confuse.    La versione che si è trovata di fronte Alice Howland, protagonista del film   Still Alice (presentato alla nona edizione del Festival Internazionale del Film di Roma ) è assai più complessa e dinamica. Nella versione di Alice le lettere possono improvvisamente perdere di significato, dissolvendosi nella mente quando si è a un passo dalla soluzione.  Studiosa di linguistica e professore alla Columbia University di New York , Alice ha subito il fascino del linguaggio fin da quando ha preso in mano il primo libro (lo cita come uno dei primi ricordi infantili) e da allora la sua mente non si è più fermata, rovistando nei meccanismi più profondi del sistema fonetico che abbiamo scelto come veicolo primario per condividere le nostre emozioni e i nostri desideri.  Poi q

Come si legge un libro per Harold Bloom

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Come si legge un libro? C’è un modo giusto e uno sbagliato? E soprattutto perché lo si legge? Harold Bloom , uno dei più influenti e autorevoli critici letterari al mondo, docente alla Yale University e autori di saggi che, a distanza di anni (pensiamo a Il canone occidentale ), sono ancora oggetto di discussione da entrambi i lati dell’oceano Atlantico, si è posto molte volte questi interrogativi.  Da portatore devoto del demone della lettura e sistematizzatore di professione, Harold Bloom parte dalla domanda più importante per un lettore: perché leggere? Risposta: per prepararsi al cambiamento. Perché chi legge un libro è alla ricerca di una storia e, come ha raccontato in un incontro con i suoi lettori Alessandro Baricco qualche anno fa, questa ricerca nasce dalla necessità di esplorare nuovi mondi o semplicemente nuovi modi di essere, in cui ritrovare sempre un pezzetto di se stessi.  Al lettore un unico sistema di esperienze non basta, così si sdoppia, si frantuma in pa

La biblioteca infinita è in mostra al Colosseo.

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Una biblioteca infinita è sempre stato il mio sogno. Legno bianco e luce tagliente, che svegli la mente, che sproni la ricerca del prossimo titolo, che faccia correre lo sguardo su lunghe distanze, spezzando il fiato per l’emozione di un’interminabile sequenza di esperienze che è lì, pronta a scoppiarti dentro.   Nel mio visionario amore per la lettura e per il libro, non avevo mai pensato al papiro. Era questo il “supporto” che gli antichi utilizzavano per far trascrivere i testi che decidevano di consegnare ai loro discendenti.  Un supporto lungo fino a 10 metri, da srotolare con entrambe le mani, visto il relativo ingombro, per poter leggere, in piedi,  le riflessioni di un filosofo epicureo. A questi supporti, denominati dai romani volumnia, e ai luoghi dove erano conservati è dedicata una mostra ospitata all’interno degli ambulacri del Colosseo , incentrata proprio sul ruolo delle biblioteche durante l’impero.  Perché se Plinio il Vecchio dava una definizione di bibliote

ROMAEUROPA FESTIVAL: Il cerchio rosso di Akram Khan e Israel Galvan

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Un cerchio ross o come la terra, come il sole che l’illumina o la luna che l’accarezza.  Nel mezzo due uomini : Akram Khan e Israel Galvan che si scrutano alla ricerca del suono perfetto da trasformare in movimento perfetto. Attorno a loro percussionisti e cantanti che fanno levitare questo cerchio fra il Gange di Khan e il Mediterraneo di Galvan, prendendo a prestito sonorità dai Canti Gregoriani, dalle nenie siciliane e dalle sillabazioni vocali del Flamenco e del Kathak (danza indiana dalla storia millenaria). Questo l’incipit del ROMAEUROPA FESTIVAL – anno 29. L’evento, che vedrà Roma popolarsi di 300 artisti provenienti da 19 Paesi per dar vita a più di cinquanta nuovi progetti artistici che spaziano dalla danza alla musica, dal teatro all’ arte visuale, offrirà al pubblico la possibilità di annusare da vicino le personalità più innovative nel campo dell’arte contemporanea.  Chi ha avuto il privilegio di assistere a una delle tre repliche di Torobaka    (