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Visualizzazione dei post da luglio, 2017

La notte di mezza estate di Filippo Tuena

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Sogno di una note di mezza estate è la fucina in cui William Shakespeare ha iniziato ad allenare il proprio talento. Scritto dal Bardo negli ultimi brandelli del XVI Secolo, in corrispondenza con la fine del Rinascimento letterario italiano e l’inizio di quello inglese, Sogno di una notte di mezza estate presenta al lettore (e allo spettatore, trattandosi di una pièce nata per la rappresentazione) molti dei temi cari a Shakespeare, che ritroveremo in quasi tutte le opere successive: l’amore, la gelosia, il tradimento, il magico, il teatro nel teatro. Diverse le linee narrative che si incontrano e si sovrappongono nel testo: le tre coppie Teseo/Ippolita, Ermia/Lisandro e Elena/Demetrio, che si inseguono alla ricerca del vero amore; la coppia soprannaturale Oberon/Titania (re e regina delle fate), che spia gli esseri umani, ordendo trame machiavelliche alle loro spalle, realizzate dal ‘fidato’ e assai sbadato Puck; gli attori improvvisati, che tenteranno di mettere in scena

Luglio? Libromercato e mitologia editoriale

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E sì, l’estate è il momento ideale per cambiare casacca non soltanto per calciatori, ma anche per direttori editoriali, editor e intere case editrici che in questi mesi stanno riconfigurando il loro assetto proprietario in vista delle sfide dell’autunno. La grande fusione Mondadori-RCS ha avuto come effetto positivo la riattivazione di un mercato che, solo pochi mesi fa, sembrava destinato a vegetare in un asfittica e continua recriminazione verso quello che non aveva: lettori forti, storie di qualità, best seller, internazionalità, un sistema concorrenziale equilibrato. Nulla è cambiato: solo il 5,7% dei lettori italiani legge più di un libro al mese e la percentuale di italiani che legge almeno 3 libri all’anno non supera il 20%, mentre gli editori nostrani continuano a dare la caccia a uno scorbutico e cangiante grosso animale dal vello d’oro chiamato best seller , credendo che, come quello rubato da Giasone, sia in grado di sanare tutte le ferite del mercato editoriale it

Un innamoramento a prima lettura: La quarta parete di Sorj Chaladon

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«Ti amo non per chi sei, ma per chi sono io quando sono con te». È facile estendere la sintesi che Gabriel García Márquez fa dell’amore alla lettura. Se pensiamo ai libri che abbiamo amato, ci potremmo rendere conto che non è la storia in sé o uno dei suoi protagonisti a legarci indissolubilmente a quel titolo, ma ciò che abbiamo provato mentre lo leggevamo. Amiamo i libri non per i libri in sé, ma per chi diventiamo mentre siamo con loro .  È quello che mi è accaduto leggendo La quarta parete di Sorj Chaladon (Keller editore), in cui il teatro, con la sua capacità di far apparire dal nulla (e con la stessa naturalezza distruggere) la parete che divide spettatori e attori per la reciproca salvezza mentale e morale, è il protagonista di un romanzo in cui due ragazzi (Georges e Samuel) cercano di mettere in scena l’ Antigone di Jean Anouilh tra le strade di una Beirut in guerra .  Per realizzare questa folle impresa sarà necessario patteggiare una tregua di poche o

La più amata? Pareri discordi anche in casa Ciabatti

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(Intervista a Teresa Ciabatti pubblicata su Sul Romanzo il giorno prima dell'assegnazione del Premio Strega) La più amata (Mondadori) di Teresa Ciabatti, finalista nell’edizione2017 del Premio Strega , è forse il libro più discusso dell’anno per la capacità della narratrice di mettere a nudo quella che i più hanno interpretato come la sua vita (di ragazzina prima e giovane donna poi) alle prese con un padre ingombrante. Ma è davvero così? Oppure il romanzo si fonda sulla decisione dell’autrice di farsi sostanza da cui partire per costruire ogni personaggio? Da qui abbiamo iniziato il nostro scambio con Teresa Ciabatti. Mi piacerebbe iniziare dalla frase che lei ha inserito in apertura del suo romanzo. È una citazione da Pastorale americana di Philip Roth: « Rimane il fatto che, in ogni modo, capire bene la gente non è vivere. Vivere è capirla male e poi male e, dopo un attendo esame, ancora male». Ne La più amata, mi è sembrato di scorgere lo stesso app

Premio Strega 2017: a 4 giorni dal verdetto

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«L’attesa è una catena che unisce tutti i nostri piaceri». Parola di Charles-Louis de Montesquieu. Chissà se la penseranno allo stesso modo i cinque finalisti del Premio Strega 2017 che, fra 4 giorni, scopriranno chi fra loro potrà sollevare la mitica bottiglia di liquore beneventano, diventando lo scrittore italiano più urlato dai media e dalle fascette del libro vincitore della LXXI edizione del più famoso premio letterario italiano. Ecco i nomi (e cognomi) che fanno parte della magica cinquina (nell’ordine decrescente di voti ottenuti per entrarvi):  • Paolo Cognetti, con Le otto montagne (Einaudi); • Teresa Ciabatti, con La più amata (Mondadori); • Wanda Marasco, con La compagnia delle anime finte (Neri Pozza); • Alberto Rollo, con Un’educazione milanese (Manni); • Matteo Nucci, con È giusto obbedire alla notte (ponte alle Grazie)  Pronostici, vaticini e analisi storiche degli autori (e soprattutto delle case editrici) premiati negli ultimi