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Visualizzazione dei post da 2013

Pausa natalizia di imago2.0 - riprenderemo domenica 12 gennaio 2014

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Imago2.0 andrà in vacanza per un paio di settimane, la prossima uscita è prevista per domenica 12 gennaio 2014 . Nel frattempo se ci fosse fra voi qualche romano, residente, d'adozione o semplice turista che proprio non ne potesse più di andare avanti e indietro per via del Corso in cerca di pre-saldi, consigliamo una visita, accompagnata da qualche lettura gratuita, alla biblioteca Casanatense , splendido esempio settecentesco di biblioteca europea, aperta alla consultazione già dal 1701, che (con i suoi 350.000 volumi , di cui 60.000 antichi  contenuti nel favoloso salone monumentale ) renderà la vostra sosta un incipit di anno difficile da dimenticare.  Io ci sarò. Buon 2014 a tutti.

I pilastri della terra e l’arte del “fregare” – Ibsen e la politica del compromesso.

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Al primo piano del teatro Argentina di Roma , in concomitanza con le grandi finestre di legno verdastro che affacciano su una delle aree archeologiche più antiche e trascurate di Roma ( l’area sacra di Largo Argentina di età Repubblicana), ci troviamo al cospetto di uno spazio studio per incontri con drammaturghi e attori. Filari di sedie da regista nere che fronteggiano un piccolo palco, anch’esso nero, e alle pareti resti di maschere del teatro greco che fissano imperturbabili lo spazio, in attesa che si riempia di ascoltatori, di pubblico insomma, cui far udire forse la loro antica voce e alcune domande ben riposte nelle loro bocche candide. In un angolo di questa sala, una strana statuetta raffigura un omino seduto su un pilone, con le gambe incrociate, cappello a cilindro e strane basette giganti. È la statua di Henrik Ibsen , posta in quel salone nel 2006 a ricordo del centenario della sua morte e poi spostata in un angolo, in disparte, a osservare. E osservare, senza

Il capitano della propria anima. La scelta secondo Mandela.

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« Gli uomini sono miseri per necessità, e risoluti di credersi miseri per accidente .» Questa conclusione di uno dei Pensieri di Giacomo Leopardi mi è venuta alla mente mentre ascoltavo il presidente degli Stati Uniti d’America mentre tentava, in 19 minuti, di dare una forma alla vita di un uomo davanti a una folla bagnata, stretta dentro (e attorno) la ciambella multicolore che racchiude lo stadio di Soweto in Sud Africa. È il 10 dicembre 2013 , Nelson Mandela è morto da cinque giorni e il suo popolo canta e si colora di gesti e di bandiere per non sentire ancora, è troppo presto davvero, la solitudine della sua assenza. In un articolo apparso sul The New Yorker , il numero andato in stampa prima della morte di Mandela, James Wood ci offre il suo punto di vista sulla morte nella vita e nei romanzi , ricordandoci che la morte di uomo, a differenza di quella di un personaggio, non ha una sua forma definita fin dall’inizio della storia. E se nel libro che portiamo in mano la f

La grande avventura di mettersi in gioco – National Geographic e Shoot4Change.

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  Un bambino con un grosso cappello di paglia in testa si muove a piedi nudi sulla polvere di una strada guatemalteca. Il busto è inclinato e la mano tesa, forse leggermente tremante, in quel misto di eccitazione e paura che i piccoli uomini sono capaci di ritrovare anche nei gesti più comuni. La paura cresce man mano che si avvicina a un tacchino così gonfio e imponente, da sembrare uno di quelli che gli americani hanno appena riempito di castagne per il loro Thanksgiving . Siamo nel 1936 e lo scatto che stiamo studiando con tanta attenzione fa parte delle 125 fotografie esposte nella mostra in corso al Palazzo delle Esposizioni di Roma dedicata ai 125 anni del National Geographic.   Per arrivare alle sale espositive dovrete percorrere l’ottocentesco scalone monumentale in marmo bianco che si trova all’interno del Palazzo delle Esposizioni e, salendo le scale basse e larghe, non potrete che alzare gli occhi al muro di fronte a voi su cui campeggia, a lettere rosse, il tit

Le anime morte di Berlusconi.

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Sulle gaffe di Silvio Berlusconi si potrebbe scrivere un libro in più volumi ( e in molti l’hanno già fatto ) che farebbe concorrenza (solo per lunghezza) alla Recherche di Proust, anche se le storie e i personaggi sarebbero più vicini a quelli racchiusi ne Le anime morte di Nikolaj Vasil'evič Gogol' e forse anche Berlusconi ha sentito questo richiamo quando, nel 2010, in una conferenza stampa con il presidente egiziano Mubarak, ha parlato delle grosse potenzialità di strumenti come “gogol” , sebbene dei maligni abbiamo voluto sottolineare che si trattasse di un palese errore di pronuncia del motore di ricerca Google. Eppure, se andassimo a ripercorrere le pagine de Le anime morte, ci imbatteremmo nell’ingegnoso (almeno per le invenzioni truffaldine che metteva in campo) Pavel Ivanovič Čičikov che, fatti propri i dogmi paterni sulla sacralità dell’amicizia e dell’amore (per il denaro), nonché sulla necessità di non affaticare troppo le virtù etiche di un individuo per n

La letteratura americana si celebra – assegnati i National Book Awards 2013

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Waldorf-Astoria New York Waldorf-Astoria. Un nome che fa subito pensare a New York e alla Fifth Avenue (una volta era lì, ora è in Park Avenue), al glamour di Marilyn Monroe che vi abitò nel 1955, alla musica di Cole Porter che citò il Waldorf e la sua insalata nella sua famosissima canzone You’re the Top del 1934, alle prime trasmissioni televisive americane (nel 1926 la NBC vi trasmise il suo primo programma) o ai balli delle debuttanti che si tenevano proprio al Waldorf per presentare giovani ragazze dell’alta società newyorkese. I più romantici avranno subito pensato all’hotel dove non si incontreranno i due protagonisti del film Serendipity o alla stanza dove ha alloggiato un Al Pacino non vedente per il suo Scient of Woman . Gli altri avranno pensato a un costoso e storico hotel della grande mela, dalla moquette polverosa e dai lampadari scintillanti. Tutto esatto, ma il Waldorf-Astoria è anche il luogo dove si tenne la prima premiazione dell’NBA (che non sta per National

Riscrivere se stessi, ma con la calligrafia adatta.

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Beautiful Letters Handwriting . Che letteralmente potrebbe essere tradotto con “Servizio di scrittura a mano di belle lettere”, ossia una società che si sostituisce ai suoi clienti per scrivere le loro lettere più personali, usando la loro calligrafia riprodotta perfettamente dal computer attraverso un sistema di algoritmi. É in questa ipotetica società ( ma non così futuristica ) che lavora lo scrittore Theodore Twonbly, protagonista di her , nuovo film di Spike Jonze  presentato in concorso e in anteprima europea al Festival Internazionale del Film di Roma, dopo aver ricevuto critiche entusiastiche al 51st New York Film Festival . Theodore è il miglior hand writer della società, perché è il più attento ai particolari, perché quando guarda il volto di una persona, che sia sullo schermo di un pc o dal vivo, cerca di percepirne il carattere, i desideri, le paure per condensarle poi nella pagina che sta per scrivere. E sebbene nessuno dei suoi destinatari saprà mai chi ha deciso

Rosso fuori, bianco e nero dentro: si apre l’ottava edizione del Festival Internazionale del Film di Roma.

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I tre coleotteri giganti che circondano il Parco della Musica creato da Renzo Piano nel 2002, facendo di Roma uno dei centri più interessanti d’Europa  per l’offerta di musica classica ( e non solo ) e attirando più di un milione di persone all'anno, sono colorati di rosso nella notte dell’8 novembre.  Riflettori giganti proiettano la parola “cinema” sulle corazze dei coleotteri, sui muri di mattoncini che li sostengono, sulle scale di travertino che li circondano.  Coperte di una leggera nebbia rossa sembrano anche le teste delle persone stipate intorno al tappeto, anch’esso rosso, che accompagnerà le star all’ottava edizione del Festival Internazionale del Film di Roma ,  che è iniziato ieri sera con la proiezione de L’ultima ruota del carro di Giovanni Veronesi e si concluderà il 17 novembre  con le proiezioni dedicate ai film premiati dalle due giurie del Festival e dal pubblico.  Il Festival di Roma ha previsto, fin dalla sua creazione, un forte coinvolgimento degli sp

Libri da gustare e cibo da leggere. Siamo davvero pronti per la "gastroletteratura"?

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Vi siete mai trovati ad assaporare l’aria, come se fosse una ghiottoneria ? O a capire come si diventa matti davanti a una fetta pane con sopra pancetta e uova? O ancora a fare di un’aragosta il centro delle vostre ossessioni oppure a pensare che le dita di una persona di fronte a voi siano fatte di panna ? Se la risposta è affermativa, siete pronti per un assaggio di gastro-lettura , fenomeno commercial-letterario che si sta spandendo per l’Europa e gli USA a ritmo sempre più insistente. L’idea è (non così nuova in verità) tentare di risollevare le sorti del mercato librario attraverso la contaminazione fra cibo e libri . Se anche Kafka , che di certo non era un feticista del buon cibo (era vegetariano e considerava nutrirsi come un’interruzione necessaria), immaginava di vivere in una cantina dove dedicarsi alla scrittura, mentre qualcuno gli portava con regolarità del cibo, il passo verso le libro-gastronomie o i gastro-bookshops è assai breve. Il cibo ha sempre offerto s

Gli ultimi saranno i primi? Il problema della lettura matematica

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Qualche settimana fa l’ OCSE ha pubblicato uno studio che ha generato molte polemiche nel nostro paese. Si tratta del Programme for the International assessment of adult competencies (Piaac), con il quale si esamina, con cadenza triennale, i livelli di conoscenze e capacità delle popolazioni adulte (16-65 anni) in tre aree ritenute fondamentali per lo sviluppo di una nazione e dei suoi abitanti: literacy (lettura/comprensione/scrittura di testi), numeracy (comprensione e risoluzione di problemi matematici) e problem solving (utilizzo delle proprie conoscenze linguistiche e matematiche per risolvere problemi inattesi). Le polemiche sono nate da una frase del nostro ministro del lavoro Giovannini sulla scarsa “occupabilità” degli italiani . L’OCSE ci dice che l’Italia è al 23° posto per la literacy e al 22° per la numeracy , mentre per il problem solving non è riuscita a completare l’indagine. Davanti a noi oltre al Giappone, primo al mondo sia per capacità di

Un umido pomeriggio per i 90 anni di Calvino.

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Faceva caldo. Perché a Roma a metà ottobre c’è ancora il clima di metà giugno, perché quando piove in questa città, che sembra affacciarsi sul fiume Huangpu (quello di Shanghai) e non sul ben più striminzito Tevere, l’umidità ti entra nel cervello oltre che nelle ossa, portandoti a quello che Italo Calvino avrebbe definito uno stordimento leggero , favorevole alle fantasticherie . Tutto sembra ovattato, sospeso, e Roma diventa una delle città invisibili calviniane in cui viaggiare senza muovere un passo, rifugiandosi nell’alienazione e nel convulso immobilismo della città, che diventa luogo perfetto di osservazione dell’altrui nevrosi. Probabilmente Calvino avrebbe gradito questo personale regalo che il clima romano gli offriva lo scorso 15 ottobre, a novant’anni esatti dalla sua nascita , data che in molti hanno voluto festeggiare nel ricordo di uno degli autori italiani più conosciuti, letti (si vendono circa 160.000 copie di libri di Calvino ogni anno) in Italia e all’estero. La

Kafka vs Pita – immaginazioni a confronto.

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Un uomo è al centro di una stanza glaciale, è semi nudo e si contorce. Allunga le dita fino allo spasimo e si accartoccia schiena a terra come un insetto, come l’insetto per eccellenza della letteratura del Novecento. Parliamo di Gregor Samsa , un nome che forse non vi dirà niente, eppure è il protagonista di uno dei racconti più famosi degli ultimi cento anni, che tutti conoscono, anche se non l’hanno mai letto. Parliamo de Le metamorfosi di Kafka , del commesso viaggiatore Samsa che una mattina si sveglia tramutato in un orribile insetto e della sublime angoscia che Kafka instilla in ogni suo gesto tentato e mancato, in ogni suo pensiero, in ogni sua realizzata paura. Ma parliamo anche di un azzardo immaginativo realizzato da Arthur Pita (coreografo dalle origini portoghesi, nato in Sud Africa e divenuto famoso a Londra) con l’aiuto del primo ballerino del Royal Ballet (Edward Watson), trasformatosi in un Gregor Samsa privo di parole, ma soffocato dai gesti che lo spingono

La valanga dei peppa-children. Il Roma Fiction Fest fra cartoons e libri per bambini.

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“La luce si spegne. La sedia m’inghiotte. È rossa e punge. La mamma continua a chiedermi se voglio il succo, ma io non lo voglio, io voglio Peppa! Quando arriva? Aspetta.., sta succedendo qualcosa. Ecco, è lei! Sì, battiamo le mani. Anch’io la chiamo: PE-PPA, PE-PPA, PE-PPA!” È questo che avranno pensato le centinaia di bambini urlanti che hanno accolto il tour di Peppa Pig (personaggio onnipresente e onnisciente della tv per bambini) alla sua apparizione domenica scorsa al Roma Fiction Fest ? Osservarli mentre l’ansia cresce, le urla si rincorrono e le manine iniziano a muoversi incontrollate, come accadeva alle groupies dei Beatles negli anni ’60, lascia senza fiato. Il fenomeno Peppa Pig , nata dalla fantasia di Neville Astley e Mark Baker solo una manciata di anni fa (primo episodio trasmesso in UK nel 2004), con i suoi disegni bidimensionali e la struttura narrativa sempre uguale a se stessa, ha guadagnato fans (non possiamo che chiamarli così) in tutto il mon

Il viaggio per pordenonelegge parte da lontano, comincia da un uovo e da una manciata di domande.

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Sull’ultimo numero de L’Espresso è apparsa la consueta bustina di Minerva di Umberto Eco, dedicata questa volta ai festival letterari e al loro successo crescente. Eco s’interroga sul motivo che porta “folle da stadio” (ipse dixit) a partecipare a lunghe maratone di parole, in cui scrittori, giornalisti, filosofi e registi si interrogano e ci interrogano sul significato di una storia, di un personaggio o di un semplice aggettivo. Una delle possibili risposte che Eco ci propone è l’inadeguatezza della socializzazione virtuale . La necessità della folla di cinguettanti e facebookanti unità a interfaccia umana di interagire dal vivo. Sarà vero? Come avrebbe fatto uno scienziato, sono partito dall’osservazione sul campo e nella notte di venerdì ho lasciato Roma e attraverso un frastagliatissimo network di treni, aerei e auto, sono arrivato a Pordenone per la quattordicesima edizione di pordenonelegge , festa del libro con gli autori . Mentre viaggiavo pensavo: ma cosa distinguerà que

Lo Zibaldone 2 e il voyeurismo

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E se il vostro scrittore preferito si materializzasse di fronte a voi e, mentre passeggiate per la sua città, vi raccontasse come è nato il suo ultimo romanzo? Lì, a vostra disposizione, per svelarvi da dove è venuta la sua necessità di scrivere quella storia o perché ha pensato di creare proprio quel personaggio. Se quel luogo tanto abilmente descritto lo ha inventato o esiste veramente. Insomma aver accesso al backstage dello scrittore per soddisfare quel voyeurismo naturale che abbiamo come essere umani e che sembra essersi gonfiato negli ultimi anni come un palloncino di acqua, sempre più grosso, sempre più pesante, pronto a scoppiare sulle nostre vite lasciandoci ancora affamati di segreti altrui. Sì che vi piacerebbe. E allora ecco una possibilità in più: Rcs Libri ha messo a disposizione su youtube interviste e racconti dei suoi autori, per permettervi di entrare nelle loro vite e nelle loro idee, a cominciare dalla scrittrice Silvia Avallone, il cui nuovo, secondo e