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“Billy Summers”, l’ultimo fossile di Stephen King

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Le storie sono come fossili sepolti, esistono già, sta all’autore tirarle fuori dalla terra causando il minor danno possibile. Parola di Stephen King che, aprendo la sua sconfinata cassetta degli attrezzi da cercatore di tesori (nel famoso saggio  On writing ),  ci dice che  i romanzi nascono dalla combinazione di tre elementi  fondanti: il flusso degli eventi che costituiscono la narrazione, la descrizione della realtà in cui si muove la storia e i dialoghi che danno vita ai personaggi. La trama non fa parte di questa lista, poiché la costruzione ex ante di uno schema in cui incardinare la storia, farebbe, secondo l’autore di storie indimenticabili come  Misery, La zona morta  e  Il miglio verde,  perdere autenticità ai personaggi e alla voce narrante. Immaginiamo che Stephen King abbia costruito la sua ultima fatica letteraria ( Billy Summers   – edito da Sperling & Kupfer con la traduzione di Luca Briasco) allo stesso modo. Il flusso degli eventi che porta Billy Summers, sicario