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Visualizzazione dei post da settembre, 2011

Una parola, un verso: ventiquattresima - memoria, il punto di vista del "New Yorker"

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memòria s. f. [dal lat. memoria, der. di memor -ŏris «memore»]. 1. la capacità di ritenere traccia d’informazioni relative a eventi, immagini, sensazioni, idee di cui si sia avuto esperienza e di rievocarle quando lo stimolo originario sia cessato, riconoscendole come stati di coscienza trascorsi; 2. l’atto e il modo con cui la mente ritiene o rievoca singole e determinate immagini, nozioni, persone, avvenimenti; 3. tracce che persone o fatti lasciano nella mente degli uomini; 4. in memoria di, per onorare il ricordo di persone o anche di fatti.   Anche l’edizione della prestigiosa rivista giornalistica dal forte taglio letterario New Yorker del 12 settembre scorso è stata dedicata alla memoria dell’11/9 (anzi del 9/11 come lo ricordano gli americani, invertendo rispetto a noi latini giorno e mese in una data), ossia all’attentato che ha colpito le torri gemelle del World Trade Center a Manhattan dieci anni fa. Fra i tanti, forse troppi giornali che hanno voluto ricordar

Cose dell’altro mondo

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Il film di Francesco Patierno, il regista di Benvenuti al Sud per capirci, è appena uscito nelle sale con una soggetto che promette di far vedere “cose dell’altro mondo”, il nostro appunto. La storia è semplice quanto geniale (e non originale, si ispira ad un film di Arau del 2004): scompaiono tutti gli stranieri . Prima dal Veneto, poi dall’Italia intera e con essi si smaterializzano colf, badanti, carpentieri, operai, raccoglitori di frutta e verdura e tutte le persone che spesso (in Veneto sembrerebbe sempre) fanno i lavori che a noi “vecchi” italiani non piace più fare. Le preghiere di un “imprenditur” razzista, qualunquista, volgare e eccezionalmente ignorante (nel senso che ignora tutto ciò che gli sta attorno perché preso solo da se stesso) vengono accontentate e una mattina un piccolo borgo in piena Padania si sveglia in un “day after” di silenzio e incredulità. La domanda che pervade la città è: “E ora come faccio senza il tizio/a che mi stira, lava, pulisce e bada a quei

chi è Howard Jacobson?

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Ma chi è Howard Jacobson? Professore di letteratura inglese nella brumosa Inghilterra, nonché giornalista (columnist per dirla all'anglosassone), documentarista e scrittore. A questo punto la vostra immaginazione, a meno che non siate fra i pochi italiani che hanno avuto l'opportunità di incontrare dal vivo questo distinto sessantenne (o almeno di leggere uno dei suoi libri), sarà già partita, delineando la figura di un distinto signore alla David Niven, con tanto di ombrello e giacca in tweed, magari anche con la pipa, che disserta dell'innegabile influenza shakespeariana su qualsiasi autore abbia osato scrivere dopo, a volte anche prima, del Bardo. Sbagliato! Osate di più, con questo autore è assolutamente necessario. Howard Jacobson si è presentato al Festivaletteratura (www.festivaletteratura.it) di Mantova in camicia di lino e capelli arruffati, invadendo letteralmente i pensieri dei boccheggianti spettatori (la sua presentazione era fissata in un bollente e umidi

Il nome giusto

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Che gioia trovare un romanzo che sobilli continuamente la voracità di un lettore onnivoro per la “parola” . E che gioiosa e inattesa opportunità l’imbattersi in fonemi dimenticati da buona parte degli italiani (“endiade”, “scotomizzare”, “nisofili”, “adorcismo”, “ierofania”, solo per citarvene alcuni dei più interessanti), che sembrano rivendicare il diritto alla vita (e soprattutto all’utilizzo), in ogni pagina de Il nome giusto di Sergio Garufi. Il protagonista del romanzo è un uomo che muore in un incidente e rimane bloccato in una sorta di limbo senza conoscerne il motivo. Inizierà così a seguire le persone che compreranno i libri che amava e collezionava “da vivo”, usando le loro storie per raccontarci la sua di storia, in un caleidoscopico rullare di normali e confortanti (per il lettore che vi si ritroverà) errori che lo hanno portato, per puro caso(?), alla morte. Ma l’interesse per il romanzo di Garufi non nasce dalla trama o dai dubbi e i rimpianti in cui sembra crogiolars