Libri da gustare e cibo da leggere. Siamo davvero pronti per la "gastroletteratura"?
Vi siete mai trovati ad assaporare
l’aria, come se fosse una ghiottoneria? O a capire come si diventa matti
davanti a una fetta pane con sopra pancetta e uova? O ancora a fare di un’aragosta
il centro delle vostre ossessioni oppure a pensare che le dita di una persona
di fronte a voi siano fatte di panna?
Se la risposta è affermativa,
siete pronti per un assaggio di gastro-lettura, fenomeno
commercial-letterario che si sta spandendo per l’Europa e gli USA a ritmo
sempre più insistente. L’idea è (non così nuova in verità) tentare di
risollevare le sorti del mercato librario attraverso la contaminazione fra cibo
e libri. Se anche Kafka,
che di certo non era un feticista del buon cibo (era vegetariano e considerava
nutrirsi come un’interruzione necessaria), immaginava di vivere in una cantina
dove dedicarsi alla scrittura, mentre qualcuno gli portava con regolarità del
cibo, il passo verso le libro-gastronomie o i gastro-bookshops è assai breve.
Il cibo ha sempre offerto spunti
interessanti alle trame narrative e di gastroletteratura si discute fin
dall’antichità, pensiamo al Simposio di Platone, per non parlare di più recenti
gustosissimi testi come La
zuppa di Kafka di Mark Crick (Ponte alle Grazie – 2006, in cui
Calvino, Omero o Proust vi elencano i loro ricordi culinari) o i Racconti
Gastronomici curati da Laura Grandi e Stefano Tettamanti per Einaudi
(2012), in cui sono raccolti tutti i testi a sfondo culinario che la loro
insaziabile golosità narrativa è riuscita a scovare.
Così proprio nel 2012 Feltrinelli
lanciava a Roma il suo book-gastro-shop con il
brand “RED”(acronimo di Read
Eat Dream), libreria con spazio ristorante annesso, dove era
possibile gustare la sinuosità di un tiramisù intinto in una metafora di
Maupassant. Il progetto ebbe un grande successo, anche se poi la sede
romana ha dovuto chiudere per problemi strutturali dell’edificio in cui era
ospitato. Prontamente lo scorso settembre è stata aperta una RED
anche a Milano e altre ne seguiranno. Sempre a Roma troviamo la
libreria-ristorante-cafè Settembrini,
altro esempio di commistione libro-enogastronomica in cui è possibile scoprire
le caratteristiche del personaggio omonimo (l’umanista Settembrini
appunto) creato da Thomas Mann per la sua Montagna
incantata, mentre si degusta un buon rosso.
Se però, prima di iniziare la
vostra ricerca di gastro-librerie, volete essere preparati al meglio sulle
manie mangerecce dei vostri autori preferiti, fate un salto su Paper and Salt o su Alimentum, siti
specializzati su tali prelibatezze, oppure provate a visitare il Food&Book
festival che si terrà a Montecatini dall’8 al 10 novembre.
Oppure potreste tentare di
indovinare a quali scrittori fanno riferimento le domande che ho utilizzato a
inizio post. Buona ricerca e buon appetito.
Commenti
Posta un commento