La valanga dei peppa-children. Il Roma Fiction Fest fra cartoons e libri per bambini.
“La luce si spegne. La sedia m’inghiotte.
È rossa e punge. La mamma continua a chiedermi se voglio il succo, ma io non lo
voglio, io voglio Peppa! Quando arriva? Aspetta.., sta succedendo qualcosa.
Ecco, è lei! Sì, battiamo le mani. Anch’io la chiamo: PE-PPA, PE-PPA, PE-PPA!”
È questo che avranno pensato le
centinaia di bambini urlanti che hanno accolto il tour di Peppa Pig (personaggio onnipresente e
onnisciente della tv per bambini) alla sua apparizione domenica scorsa al Roma Fiction Fest?
Osservarli mentre l’ansia cresce,
le urla si rincorrono e le manine iniziano a muoversi incontrollate, come
accadeva alle groupies dei Beatles negli anni ’60, lascia senza fiato.
Il fenomeno Peppa Pig,
nata dalla fantasia di Neville Astley e Mark Baker solo una manciata di anni fa
(primo episodio trasmesso in UK nel 2004), con i suoi disegni bidimensionali e
la struttura narrativa sempre uguale a se stessa, ha guadagnato fans (non
possiamo che chiamarli così) in tutto il mondo, diventando spesso il punto di
riferimento privilegiato per l’acquisizione della conoscenza da parte del
bambino.
Cos’è la natura? Perché la notte è buia? Perché è importante riciclare
o condividere? Ce lo racconta Peppa, tanto che, se l’incauto genitore prova a
offrire una diversa spiegazione al fenomeno in questione, il bambino si
irrigidisce, protesta e poi si astrae, pronto a correre fuori di casa e a
saltare nel fango, il gesto che secondo Peppa risolve ogni problema, perché
saltare nel fango piace a tutti.
È vero che il successo di Peppa
Pig ha portato anche a quello dei libri collegati (editi in Italia da Giunti)
ed è vero che questo vuol dire che migliaia di piccoli italiani passeranno un
po’ più di tempo con un
libro fra le mani, ma qualcuno sta pensando a come mettere in discussione
il “peppa-pensiero”?
Mentre ascoltavo i cori osannanti
alla dogmatica pepposità era questo che mi domandavo. E vogliamo parlare dei ruoli uomo-donna in Peppa pig? Perché
Papà pig è dipinto come un perfetto incapace, che staziona per ore sul divano del soggiorno e non appena viene spinto a fare qualcosa fallisce miseramente? Possibile che il suo contributo familiare si limiti alla rassegnazione per la propria inabilità? E soprattutto, è possibile che il ruolo assegnato a Papà Pig non susciti stupore nei vari nuclei familiari di gazzelle, volpi, elefanti, pecore e asini che frequentano i Pig? Sono i maschi dei maiali a non essere particolarmente svegli (George,il fratellino di Peppa, non fa che giocare con lo stesso dinosauro tutto il tempo), oppure sono i maschi in generale che negli ultimi decenni hanno perso qualche colpo?
Ai peppa-children l'ardua sentenza.
A partire da questa settimana, i nostri post saranno
pubblicati, in versione ridotta news, anche sul lit-blog sulromanzo per ampliare la riserva di
immaginazione cui attingere. Buona lettura a tutti.
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