L’ansia di fare, sì, ma di chi è la colpa?
"Qualche tempo fa mi sono trovato fra le mani
un suono e non l’ho ignorato."
Sarebbe un incipit molto interessante per un
romanzo. Una sinestesia da cui far partire la curiosità del lettore per l’Io narrante in prima persona che,
evidentemente, ha deciso di iniziare da una particolare sensazione provata per
raccontare la sua storia. Ma in questo caso la sinestesia non sussiste o meglio
la sinestesia, metafora per cui si uniscono in stretto rapporto due parole che si
riferiscono a sfere sensoriali diverse, non è altro che una perfetta
intuizione.
A collegare udito e tatto ci ha pensato il
nostro cervello ben prima della semantica, sembra infatti che un'equipe
dell’università di Georgetown abbia presentato ad una sessione della Society for Neuroscience uno studio chedimostra che la percezione di ciò che ascoltiamo varia al mutare dell’utilizzodel nostro sistema motorio, a cominciare proprio dalle mani. Facendo ascoltare
dei suoni ad un campione di individui, è stato chiesto loro di premere un
bottone ogni volta che percepivano una variazione. Lo studio ha dimostrato che
alcuni suoni venivano percepiti solo se il campione utilizzava la mano destra
per premere il bottone, restando incompresi e ignorati se si usava la sinistra.
Questo perché il nostro emisfero sinistro (che gestisce la mano destra) è più
attento alla velocità del suono, mentre il destro (che gestisce la mano
sinistra) si occupa dei suoni più lenti, facendo maggiore attenzione a qualità
e intonazione.
Vi guardate le mani? State pensando che è
colpa del vostro emisfero sinistro se tentate di leggere due libri in
contemporanea, di svolgere due lavori nello stesso giorno, di usare il tempo
per osservare ciò che vi circonda e siete divorati dall’ansia di non fare mai
abbastanza? Sì, è colpa di questo
malnato emisfero sinistro, che evidentemente il destro, con il suo pensiero
laterale, non fa che fomentare, illustrandogli centinaia di possibilità per
moltiplicare il suo “da fare”, sfidandolo a iniziare sempre nuove attività, da incastrare
le une con le altre. Aspettate!
Allora forse la colpa è del vostro
emisfero destro. Quel furbone creativo e girovago che prospetta sempre
nuove idee e possibilità di osservare se stessi e gli altri.
Bisogna
depistarli.
Entrambi, magari provando a sedervi sopra la vostra mano destra fino a non
sentirla più, rendendo così meno operoso il vostro emisfero sinistro e la “sua
voglia di farvi fare”. Cercate anche di gesticolare forsennatamente con la mano
sinistra, questo lo farà impazzire. Anche se così si attiverà l’emisfero destro,
che vi suggerirà una soluzione creativa per uscire dall’empasse; sarà allora la
volta di invertire la posizione e l’utilizzo delle vostre mani e ricominciare
tutto d’accapo. Certo, c’è il pericolo di essere scambiati per dei pupi siciliani
in piena battaglia o per persone affette da forti disturbi
ossessivo-compulsivi, ma non importa, l’avrete fatta vedere al vostro cervello!
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