Non parliamo di politica

Non lo facciamo infatti, diventa solo uno spunto per pensare…e questo ancora ci piace.

Stamane ho letto su un giornale un articolo scritto dal consueto “analista socio-politico” che infesta i nostri media, figura a metà strada fra un giornalista e un rabdomante alla ricerca di una fonte, seppur incerta e posticcia, di verità, davanti alla quale fugge, spezzando il suo bastone.

Di solito questo personaggio si limita a muoversi avanti e indietro nello spazio di deserto che gli è stato assegnato, lo rastrella, liberandolo dalle radici morte delle teorie dei colleghi; lo riempie di solchi di dubbi, impliciti naturalmente (per non correre troppi rischi) e poi semina sabbia di parole leggere e scontate, accuse generiche e retoriche, che si mischiano le une nelle altre, lasciando il lettore in perenne attesa di una fioritura di idee che non sono mai esistite.

Anche l’articolo che ho letto questa mattina non ha donato verità al lettore, limitandosi a riepilogare le principali carenze del nostro sistema politico: continuità, coerenza, competenza, affidabilità e dulcis in fundo “voglia di fare”.

Qualunque cittadino italiano, si sarà soffermato, almeno una volta, sugli stessi punti. Nelle discussioni domenicali post prandium, durante le quali, sigaretta fra le dita e tazzina del caffè in mano, ci sentiamo tutti più capaci e sicuri dei nostri politici, dettando al nostro dirimpettaio di tavolo, troppo ricolmo di cibo per dissentire, la ricetta per far vedere alle future generazioni un’Italia migliore.

Lo stesso cittadino, davanti a questo articolo avrà sospirato dicendo fra sé e sé: “Vedi, lo dicevo proprio ieri: voglia di fare, questo è quello che manca.”

Poi avrà richiuso il giornale, pensando che avrebbe fatto volentieri a meno di andare a lavoro, così come avrebbe piacevolmente rinunciato alla sua complicata famiglia, al mutuo, alla retta della scuola dei figli, alle ramanzine del capo, alle corse che continuamente si trova a fare per arrivare a fine mese, cercando di accontentare tutti, eccetto se stesso.

E allora si sarà arrabbiato il nostro cittadino, pensando alle auto blu, ai conti segreti alle Cayman, alle escort, ai festini, alle alleanze per mantenere la poltrona e dimenticare la gente, mentre il Paese scivola giù e nessuno, nemmeno il nostro cittadino, ha più voglia di fare.

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