Tempo per scrivere?

Nel paese della furbizia e della mancanza di rispetto, della voce alta e delle file inutili (perché i pochi che le fanno non arrivano da nessuna parte), delle graduatorie fantasma e degli asili inesistenti, dell’oltranzismo e dell’individualismo senza limiti, della memoria corta e della eccessiva flessibilità delle convinzioni, ci sono ancora migliaia di persone che scrivono. L’entità del fenomeno è solo superficialmente apprezzabile dal numero di romanzi inediti che arrivano ogni giorno alle varie case editrici, serie e non, che sorgono oramai in ogni angolo del Paese. Basti pensare ai giornali, cartacei e virtuali, ai siti internet, ai blog, alle mail, ai vecchi e apprezzati cartelli ancora presenti durante le marce di protesta. Vogliamo esprimerci, vogliamo spiegare, vogliamo chiedere aiuto, vogliamo essere famosi, vogliamo farci ascoltare senza che sia possibile per l’altro ribattere. Sarebbe interessante chiedersi perché e soprattutto a che scopo? Se siamo tutti impegnati a scr...