La forma è la nostra migliore sostanza?

Seduti in tredicesima fila, al buio. La mente ancora stretta dal flusso d’ipotesi di vita migliore che vi portate dietro, come uno sciame d’api ubriaco che vi annebbia la vista, ma senza il quale non sapreste vedere. Così presi da voi stessi da non avvertire gli sciami altrui che si innervosiscono per il democratico silenzio imposto dall'attesa; da non vedere un immenso talamo dalle fogge sinuose ergersi sulla sinistra del palcoscenico; da non avvertire il bisbiglio degli attori, a pochi passi da voi; da non riuscire a comprendere perché tutta la luce improvvisa e indisponente che vi restituisce a voi stessi, nei primi momenti dello spettacolo, vi turba tanto. È una premonizione, è un retaggio dell’istinto animale che vi avverte del pericolo, il più temuto di tutti, quello che conferma le certezze. Quello che dimostra che la forma di realtà che vedrete di lì a poco non è altro che la vostra realtà, uguale e inappellabile e non per questo più veritiera. State per assistere ...