L’ingordigia di se stessi

Era il 2010 e Alessandro Baricco scriveva un articolo su La Repubblica datato 2026: «Ci crediate o no, questo articolo l'ho scritto nel luglio 2026, cioè fra sedici anni. Diciamo che mi son portato un po' avanti col lavoro. Prendetela così». Questo l’incipit invitava il lettore ad abbandonarsi alle abilità divinatorie di Baricco sulla lotta fra profondità e superficialità , che avrebbe visto, senza alcun dubbio, la seconda vittoriosa. Questa certezza, che oggi, ben prima del 2026, sembra essersi definitivamente compiuta, veniva presentata dal ‘preside’ della scuola Holden come naturale in una realtà in cui: «Viaggiamo velocemente fermandoci poco, ascoltiamo frammenti e mai tutto, scriviamo nei telefoni, non ci sposiamo per sempre, guardiamo il cinema senza più entrare nei cinema, ascoltiamo reading in rete invece che leggere i libri, facciamo lente code per mangiare al fast food, e tutto questo andare senza radici e senza peso genera una vita che ci deve apparire es...