L’illuminazione? Siamo pronti, ma che sia lenta e duratura.

Cosa spinge un uomo ad iniziare a scrivere? Perché privarsi di tante sezioni della propria vita pur di rielaborare alcuni spiragli di quella altrui? Necessità di esprimere se stessi, volontà di richiamare l’attenzione dei lettori su uno specifico tema, voglia di notorietà, di essere al centro dell’attenzione senza esporsi fisicamente, ma “soltanto” mentalmente. Tutte risposte possibili e in parte giuste, ma in tempi in cui l’illuminazione, la folgorazione e l’impegno artistico sono così rari, perché ad essi seguono sempre anni di duro lavoro, si deve tentare di fare di più. Un articolo di Pierluigi Battista , apparso su LaLettura lo scorso 20 maggio, dava una interpretazione molto interessante del successo di pubblico dell’ultimo salone del libro di Torino, successo che sembrerebbe mal sposarsi con il calo delle vendite in Italia e l’emorragia di lettori davanti al quale i dati Nielsen sul primo trimestre 2012 ci ha messo di fronte. Battista sostiene che non sia ...