San Siro: Io, Tiziano e alre 49.999 persone

Io non amo il calcio. Sarebbe più corretto dire che non lo conosco. A casa mia il calcio era visto alla stregua dei giochi gladiatori , un intrattenimento che si basava sulla necessità ‘presunta’ di ogni essere umano di scaricare rabbia e gioia come se non vi fosse un domani. L’idea che ne avevo era stretta in un paio di righe degli Annales di Tacito in cui si descriveva la sanguinosa faida nata fra pompeiani e nocerini nel 59 a.C. durante uno scontro fra gladiatori. Vere e proprie tifoserie avverse, per loro passare dall’orrore verbale a quello fisico era naturale, tanto che lo stesso Tacito descrive le mutilazioni che i tifosi si infliggevano a vicenda come un passaggio necessario per difendere l'onore dei 'loro' campioni. È inutile dirvi che questa convinzione non mi aprì le porte delle relazioni sociali. Essere l’unico che non scambiava le figurine dei calciatori, che non giocava a calcetto e che non aveva alcuna idea di cosa sia un fuori gioco, ha influ...