Una famiglia da non perdere di vista

Una donna anziana con i capelli lunghi raccolti in uno chignon malandato è seduta su un letto di fortuna. Un tatami dal colore indefinito su un pavimento di stuoie che sembrano avere più anni di lei. Il collo è incassato nelle spalle, gli occhi bassi a guidare le dita che stringono l’ago con cui deve riparare una pila di vestiti che le fanno da coperta. Ogni tanto solleva lo sguardo, il corpo rimane concentrato sul suo compito, e gli occhi stretti e vivaci scandagliano la stanza. Intorno a lei pareti marroncine di cui si percepisce a stento la presenza, sommerse come sono da ogni genere di oggetti, accumulati non per necessità o desiderio ossessivo, ma perché non hanno ancora trovato un posto dove andare. Lo stesso accade per le persone che la circondano, Nei pochi varchi lasciati liberi dagli oggetti, adulti e bambini sorgono attorno alla donna come un grumo di udon freddi conditi con troppa salsa di soia, per cui non basterebbe il più esperto manovratore di bacchette a di...