Una parola un verso - terza settimana - "Furbizia"

Furbìzia s. f. [der. di furbo]. – L’esser furbo (è lo stesso che furberia, ma indica in genere maggiore sottigliezza).

Furbo agg. e s. m. (f. -a) [voce di origine gergale, di provenienza ignota]. – Accorto nel fare il proprio tornaconto, nell’evitare di cadere in inganni e tranelli e nel cavarsela da situazioni imbrogliate o pericolose; Dim. furbétto (v.), furbacchiòlo; accr. furbacchióne (v.), furbóne; pegg. furbàccio.


Supponente dote italica, che ci spinge a prevaricare il debole, aggirando la legge del forte, in nome di un’adattabilità che è divenuta sinonimo di spregiudicatezza ed inaffidabilità.
Siamo pronti a tutto pur di ottenere il nostro piccolo tornaconto, ma senza schierarci, senza difendere le nostre idee in pubblico e tanto meno persistere nella loro attuazione quando il contesto appare ostile. Una mandria di “furbacchioni e furbacci” che sono divertenti a piccole dosi, ma che i non italiani preferiscono tenere lontani dai bambini, per non correre il rischio di far germogliare altri “furbetti”.

Commenti

  1. Eccoci al terzo appuntamento di " Una parola un verso"
    la furbizia.
    Voi cosa siete pronti a fare?
    Pierfrancesco

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