Poesia: dentro una presentazione.

Sedie rosse e divani sgonfi.

Luci troppo forti e scontrosi rumori di fondo.

Pochi partecipanti, una quindicina. Tanti partecipanti, si tratta di poesia, per il verso il numero sembra inversamente proporzionale al successo.

Le prime due file di sedie sono gremite, parenti dell’autrice. Ridono e chiacchierano a voce troppo alta, macchine fotografiche in mano, bambini al seguito, interessati più ad applaudire che ad ascoltare. Poi c’e una poetessa curiosa, che scrive invece di ascoltare, un critico annoiato, che beve invece di guardare ed io che mi chiedo perché continuare ad osservare.

Il tema del reading è la poesia al femminile. Ancora.

“Perché la poesia è donna.” Ci dice con orgoglio il direttore della collana poetica della casa editrice. “E’ una verità universale, il verso è una nascita, un travaglio che la donna più di tutti sa e può comprendere e rappresentare.” Cavolo, ho sbagliato sesso.

Inizia la lettura. L’autrice usa le tecniche migliori per battere il fonema, scomponendolo per suono più che per essenza, mentre gli occhi del pubblico cercano il filo profondo. Hanno sete. Sì, mi convinco che hanno sete anche di ascoltare e non solo di presenziare. Smetto di osservare. Voglio ascoltare anch’io. Ascoltare. Staccare gli ultimi fotogrammi di insiemi rotti che la voce asettica ci dispensa, puzzle a cui manca sempre un pezzo. Dove nasconde la voce quel flusso di versi?


Gli occhi si sono persi, hanno trovato ristoro nei loro cellulari, nelle loro borse, nelle pareti che li difendono da una fuga indecorosa. Poi per un sorprendente attimo lei cede. Legge ciò che sente, gli occhi hanno un sussulto, la vita più sbagliata e assoluta li rincorre e non sanno più cosa cercare.

Ma alla bocca hanno insegnato che la poesia è metrica che ara parole, così ritorna a scheggiare canne di pensieri, troppo fitti per essere accarezzati.

Inutile allora? Se nessuno compra e nessuno ascolta?

Non importa, dicono gli occhi, non importa. Ci è bastato quell’attimo di essenza che ha scoperto la nostra inaccettabile diversità. Lo costringiamo a sbadigliare sotto gengive gonfie di rubiconde ossessioni, ma ancora c’è.

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Nota organizzativa ai lettori: la prossima uscita del blog sarà domenica 24 aprile, domenica 17 aprile quindi il blog non sarà aggiornato per problemi tecnici. Grazie per la comprensione e vi aspetto dopo il pranzo di Pasqua.
Pierfrancesco 

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