Il viaggio per pordenonelegge parte da lontano, comincia da un uovo e da una manciata di domande.

Sull’ultimo numero de L’Espresso è apparsa la consueta bustina di Minerva di Umberto Eco, dedicata questa volta ai festival letterari e al loro successo crescente. Eco s’interroga sul motivo che porta “folle da stadio” (ipse dixit) a partecipare a lunghe maratone di parole, in cui scrittori, giornalisti, filosofi e registi si interrogano e ci interrogano sul significato di una storia, di un personaggio o di un semplice aggettivo. Una delle possibili risposte che Eco ci propone è l’inadeguatezza della socializzazione virtuale . La necessità della folla di cinguettanti e facebookanti unità a interfaccia umana di interagire dal vivo. Sarà vero? Come avrebbe fatto uno scienziato, sono partito dall’osservazione sul campo e nella notte di venerdì ho lasciato Roma e attraverso un frastagliatissimo network di treni, aerei e auto, sono arrivato a Pordenone per la quattordicesima edizione di pordenonelegge , festa del libro con gli autori . Mentre viaggiavo pensavo: ma cosa distinguerà que...