Accordo Messaggerie/Feltrinelli. L’opinione di un editore.
La notizia è di due settimane fa:
Feltrinelli e Messaggerie Italiane hanno ufficializzato un’intesa per la
distribuzione che potrebbe cambiare drasticamente l’intero sistema
editoriale. La joint
venture Feltrinelli/Messaggerie controllerebbe la distribuzione di 70
milioni di volumi su base annua unendo Messaggerie Libri, Fastbook e
Opportunity (che fanno riferimento a Messaggerie) alla realtà Pde (che fa
riferimento a Feltrinelli). Alberto Ottieri (AD di Messaggerie) ritiene che questo
accordo «aiuterà i piccoli editori indipendenti e anche le librerie ad avere
servizi più efficienti.»
Ne
parliamo con Giulio Perrone, editore e fondatore della Giulio Perone editore.
Cosa ne pensa di questo accordo? Cosa cambierà nella realtà
editoriale italiana e quali vantaggi porterà alle case editrici?
Penso
sia importante capire quanto spazio, in concreto, questo nuovo soggetto vorrà
dedicare alle proposte indipendenti. Non utilizzo la rete distributiva di
Messaggerie, ma ritengo che qualsiasi sforzo per favorire il pluralismo e la
diversificazione dell’offerta culturale è ben accetto.
Aspettiamo
le iniziative che metteranno in campo per giudicare.
Uno
degli aspetti che l’AD di Messaggerie ha enfatizzato è la possibilità, grazie a
questa join venture con Feltrinelli, di potenziare l’accesso al mercato per le
case editrici indipendenti. Sandro Ferri, direttore delle edizioni e/o, ha fatto
notare come in questo modo verrà meno anche la competizione fra i due grandi attori
della distribuzione in Italia e con essa la possibilità di scelta per gli
editori. Qual è il suo punto di vista?
Condivido
le perplessità di Sandro Ferri perché ritengo che la competizione fra più
soggetti favorisca sempre la diversificazione e la crescita di un mercato,
ancor più se si tratta di quello editoriale. Per le case editrici medio-piccole
esistono comunque delle possibilità alternative. Io lavoro da dieci anni con un
distributore indipendente (ALI) con cui mi trovo molto bene, soprattutto per
l’attenzione costante che mostra nei confronti del lavoro degli editori e degli
autori.
Questa
alleanza nasce anche per fronteggiare la sfida commerciale di realtà come
Amazon, puntando a valorizzare il libro fisico rispetto all’e-book. Pensa sia
la strada migliore? Amazon ha lanciato da poco un abbonamento a meno di dieci
dollari/mese che permette di accedere illimitatamente alla sua immensa libreria
digitale. Esiste davvero per una realtà italiana la
possibilità di competere ed è utile farlo?
Amazon ha pregi e difetti come
ogni realtà esistente sul mercato. Non è tanto una sfida fra libro fisico ed
e-book, quanto la capacità di prendere il meglio da entrambe le opportunità di
diffusione di un contenuto. Il problema centrale resta quello dei lettori: come
facciamo a farli interessare e affezionare a un progetto editoriale? Come
possiamo davvero ampliare la platea di lettori cui rivolgerci, offrendo loro al
contempo uno strumento di crescita? Come garantire loro l’attenzione
differenziata che meritano? La distribuzione è stata e dovrà sempre essere uno
strumento che aiuti l’editore nel garantire il miglior servizio possibile ai
lettori.
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