Because Culture is the finest accessory? Quando il libro diventa necessità di design
Nel 1994 Prosper e Martine Assouline decisero di creare un libro dedicato al loro
albergo preferito: La Colombe d’Or, piccolo rifugio appena fuori il
paesino di Saint-Paul de Vence.
Siamo in Provenza, a un passo da Nizza e dal confine con l’Italia, uno dei
molti Saint-Paul presenti sul territorio francese, tanto da dover essere
distinto dagli altri da quel «de Vence» che ne indica la collocazione
geografica. Eppure non è un luogo che passa inosservato. Qui, si fermarono e
vissero artisti, innovatori e scrittori come Picasso, Prévert, Chagall, Matisse, Braque, Léger, Calder, César e Jean Nouvel.
Jacques Prévert
soggiornò proprio in quella che allora era una piccola locanda: La Colombe d’Or,
diventando amico dei primi proprietari, che certo non avrebbero mai
immaginato che quel luogo si sarebbe trasformato, anche grazie all’interesse
per l’arte e per le collezioni di quadri di Paul Roux (prima generazione di
Roux a possedere l’albergo), in un country boutique hotel che può costare più di
400 euro a notte. Né avrebbero immaginato che alla fine del Novecento, una
coppia lo avrebbe trasformato in un’icona di stile planetario.
Eppure quando il libro La Colombe d’Or (con i
testi di Martine e le foto di Prosper Assouline) con le sue grandi dimensioni e
la cura dei particolari (dalla brossura a filo di refe alla copertina) uscì per
la casa editrice Assouline fu subito un successo, spingendo i coniugi a creare
quella che sarebbe diventata un’icona della luxury publishing mondiale.
La Assouline oggi ha boutique shop a Parigi, New York,
Venezia e Londra, nella storica sede di Piccadilly, dimostrando che il libro d’arte
di nicchia, con costi elevatissimi di pubblicazione e promozione, può diventare
un business ricchissimo, andando a soddisfare il bisogno delle varie upper
classes diffuse sul pianeta di possedere libri che siano non solo belli e
curati, ma anche esemplificativi di uno status.
Il libro come ci ricorda proprio Prosper Assouline è il
simbolo della cultura e «culture is the finest accessory», ossia la cultura è il
più pregiato degli accessori. Molto più di un oggetto di design di plastica
colorata o di una sedia su cui non è saggio sedersi. Certo poi l’assouline
pensiero ci porta da bisogno a bisogno come api impazzite che hanno appena
scoperto che spendere 250 euro per un libro non solo è giusto, ma necessario se
averlo dà piacere ai proprio occhi e ancor di più a quelli altrui. Ma allora
perché non possedere delle librerie personalizzate per contenerli o delle
agende con copertina in cuoio con impresso sopra la frase del libro che più ci
ha colpito? E magari la poltrona giusta su cui leggerlo o la candela al profumo
giusto con cui predisporre le nostre narici al sommo piacere che una foto di un
vestito di Valentino può regalarci?
E se fossimo fra gli sventurati a non poterci permettere
di acquistare questi ‘finest accessories’? Dovremmo allora accontentarci di
miseri libri in edizione economica, senza scatti d’autore a impreziosirli,
privi persino di sovraccoperta in cuoio personalizzato?
Saremo costretti a condividere il piacere di un libro
letto solo attraverso delle misere e incorporee parole?
Niente paura, i coniugi Assouline hanno pensato anche a
noi ‘poverelli’ iniziando a proporre art books anche a prezzi popolari (50
dollari), magari con rilegatura a spirale e una carta di diversa qualità rispetto
ai volumi da 250 dollari, ma conservando scatti d’autore e curiosità sull’artista
in questione. Un esempio è Dinner With
Jackson Pollock: Recipes, Art & Nature in cui Robyn Lea,
con tanto di prefazione della nipote del pittore, ci racconta l’impatto del drip
painting sulle doti gastronomiche di Pollock che, da quanto ci
racconta Robyn Lea, amava muoversi in cucina con la stessa libertà usata per i
suoi quadri, unita alla necessità di recuperare e utilizzare ciò che per uno
sguardo distratto poteva sembrare solo uno scarto.
Va
detto che l’idea di Assouline non è nuova, in Italia abbiamo realtà come la FMR
che hanno iniziato parecchi decenni prima dei coniugi Assouline a lavorare
sulla preziosità dei loro volumi come carattere di differenziazione, non solo
estetica, ma anche contenutistica. Forse ciò che ha fatto la differenza è stata
la strategia di marketing dei coniugi Assouline, perché non prendere spunto,
preservando le nostre italiche peculiarità?
Commenti
Posta un commento