Tempo di Libri riparte da Andrea Kerbaker


Nuove date, nuova location, nuovo approccio, la seconda edizione di Tempo di Libri, la fiera internazionale dell’editoria di Milano, si presenta ai giornalisti de Il Corriere della Sera  attraverso le parole di Riccardo Franco Levi (presidente dell’Aie - Associazione italiana editori) e Andrea Kerbaker (il suo nuovo direttore). Dopo lo scontro titanico con il Salone Internazionale del libro di Torino del 2017 (senza esclusioni di colpi bassi da entrambi i lati) che portò a una rottura fra grandi e piccoli editori, i primi (tutti attorno all’Aie) presenti solo a Milano e i secondi (schierati con Torino) presenti solo al Lingotto, Milano riparte leccandosi le ferite imparando dagli errori e cambiando registro. I toni sono, almeno apparentemente, più morbidi nei confronti del Salone di Torino, ma la voglia di primeggiare sull’avversario non più dichiarato rimane, almeno nelle parole del presidente dell’Aie, che punta a far diventare Milano la capitale italiana del libro. Per farlo il duo Levi-Kerbaker ha deciso di cambiare le date (da aprile dello scorso anno, troppo a ridosso del Lingotto, all’inizio di marzo), la location (dalla sede della Fiera di Rho a quella di Fieramilanocity vicino al nuovo complesso di City Life) e gli orari (altra grossa pecca della prima edizione), prolungati fino alle 22:00. 


La novità che ci porta a sperare in un approccio più orientato ai visitatori della Fiera che alla sfida con Torino è la scelta del direttore di Tempo di Libri: Andrea Kerbaker. Milanese doc, 57 anni, scrittore, professore alla Cattolica, collaboratore de Il Corriere della Sera, collezionista di libri (ne possiede più di 30.000 volumi, molti dei quali conservati nella sua Kasa del Libro) è soprattutto lettore appassionato e creatore di eventi culturali (ricordo ancora le sue felici intuizioni su un ciclo di eventi al Colosseo durante la giunta Veltroni) che puntano a far vivere l’arte e la letteratura al visitatore in maniera inclusiva e coinvolgente, cosa di cui abbiamo molto bisogno per tentare di incrementare il numero sempre più esiguo di lettori appassionati (più che ‘forti’ io vorrei che fossero appassionati) in Italia. E quindi ben venga l’idea di silenziare la fiera per alcuni minuti per diffondere i versi di Leopardi per celebrare i duecento anni de L’infinito, così come i percorsi di autore, che daranno la possibilità ai visitatori di avere come anfitrione uno scrittore che parlerà di libri in mezzo ai libri, e il rapporto stretto che Kerbaker sta intessendo con la Buchmesse per avere a Milano uno spazio internazionale. Se l’obiettivo, come racconta Kerbaker, è  far sì «che la gente abbia voglia di venire» a Tempo di Libri, tutte queste iniziative saranno benvenute, siamo disposti ad accettare anche lo spazio yoga e l’oroscopo, se messi in un angolino dalle luci soffuse, l’importante è che una volta attirati i visitatori, l’offerta di contenuti, questa volta letterari, sia tale da far uscire le persone dagli stand con qualche libro in mano e la voglia di leggerlo. 


L’augurio che facciamo a Tempo di Libri e al suo nuovo direttore è proprio questo: comunicare alle persone la gioia assoluta che si può nascondere dentro le pagine di un libro. Raccontare che è unica, perché ogni lettore mette in quello che legge un pezzo di sé e questo farà la sua esperienza diversa da quella di qualsiasi altro lettore che si confronta con quelle stesse pagine. Ma quell’esperienza sarà anche un volano per creare amicizie, sfide e alleanze con chi avrà seguito i protagonisti della storia che avremo letto, senza considerare i meravigliosi dubbi che, incrociando le dita, il mondo creato dall’autore avrà saputo suggerirci. 

L’appuntamento con Tempo di Libri è a Milano dall’8 al 12 marzo 2018, lo aspettiamo speranzosi.

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