L'odissea di un matrimonio secondo Tayari Jones
Una donna dalle labbra carnose e dai capelli ricci e gonfi
tiene in mano dei fiori a stelo lungo. Delle rose a grappolo private delle
spine. Bianche, anche se è difficile
dirlo con la luce arancione del tramonto a illuminarle. La donna le tiene
strette fra i palmi delle mani, sollevandole davanti al suo viso, a coprire occhi
e naso. Indossa un vestito di ciniglia dello stesso colore della luce che la
inonda. Solo guardando con molta attenzione la pelle bronzea delle braccia, ci
accorgiamo che sono percorse da un liquido lattiginoso che si spande dagli
steli delle rose.
Mi piace pensare che questa misteriosa e affascinante donna
raffigurata sulla copertina di Un
matrimonio americano di Tayari Jones (pubblicato in Italia da Neri Pozza –
traduzione di Ada Arduini) sia l’incarnazione perfetta di Celestial, la protagonista del romanzo. Una donna affascinante e
distante, che nessuno dei personaggi del matrimonio a tre ideato dalla Jones
riesce a sfiorare o a conoscere nel profondo.
Celestial, figlia di un chimico che ha inventato un
componente di una famosa bibita americana, ha sempre vissuto nell'agiatezza,
facendo parte di quell'élite afroamericana così rara e invidiata in uno stato del
Sud degli USA come è la Georgia. Roy, suo marito, è invece un uomo che è riuscito, seguendo il sogno americano, a costruirsi un
futuro partendo dalla povertà del ghetto e per questo si sente ‘graziato’ per essere
stato scelto da Celestial come marito. E poi abbiamo Andre, l’amico del cuore
di Celestial, anch'egli ‘onorato’ da quella amicizia che per lui è solo l’anticamera
di un amore assoluto e devoto.
Ma Un
matrimonio americano è ben più di una storia di un triangolo amoroso
dominato da una figura femminile intrappolata nel suo senso di superiorità
emotiva che le impedisce di capire chi e cosa desidera nella vita. Narrato in
prima persona, da tre differenti punti di vista, questo romanzo sembra una
riflessione sul rapporto sentimentale che può legare gli esseri umani, un
rapporto che non si basa sulle passioni incendiare, ma sulle gocce di
sensazioni che si fanno strada, anno dopo anno, attraverso le dighe di
razionalità che ergiamo a difesa di una vita perfetta solo perché sempre uguale
a se stessa. Quando la vita dei protagonisti cambierà radicalmente a causa
di un evento imprevedibile (Roy viene accusato e condannato per uno stupro che
non ha commesso) le loro dighe si sfalderanno e nulla sarà più come prima.
Ispirato, per ammissione della stessa autrice, all'Odissea (Celestial/Penelope è un’artista che cuce bambole a mano, non sentendosi mai soddisfatta
del lavoro svolto e Roy è imprigionato lontano dalla sua ‘Itaca’ per anni prima
di poter tornare dalla sua Penelope), Un
matrimonio americano prova a dimostrare che “l’amore assomiglia a un’orchidea
o a un’altra pianta dal temperamento imprevedibile. Vorremmo invece pensarlo
come un albero secolare solido, robusto e resistente”[1]. È un abbaglio, ci racconta l'autrice, che può costarci anni di dolore e recriminazioni, ma dal quale è difficile staccarsi a meno di legarsi all'albero dei nostri desideri più profondi, come fece Ulisse per non cadere preda delle sirene.
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