La ricetta di Naomi Kawase per respirare ogni attimo che ci passa accanto

Molti ottimi film nascono da un eccezionale libro. Non abbiamo ancora avuto la possibilità di leggere An di Durian Sukegawa, ma il successo del film omonimo tratto dal romanzo di questo autore, all’ultimo Cannes prima e al Toronto Film Festival poi, potrebbe spingere (e ce lo auguriamo) anche un editore italiano a seguire le orme del collega francese Albin Michel (la storica e ricercata casa editrice che pubblica fra gli altri i romanzi di Amélie Nothomb ), traducendo dal giapponese la storia della signora Toku. Di sicuro la regista Naomi Kawase il libro lo ha letto e ne è rimasta folgorata, trasformandolo in un film uscito da poco nelle nostre sale con il titolo di Le ricette della signora Toku. Ogni gesto dei suoi personaggi sembra in bilico su un burrone di sensi che si muovono nella storia sotto un tappeto di petali di ciliegio. Passeggiarvi sopra sembra facile e dolce, ma l’essere umano ha imparato a ricoprire il dolore di strati di ‘presentabilità' per gli occhi estern...