I barbari di Steinbeck secondo Alessandro Baricco
La prima volta che ho incontrato Alessandro Baricco ero insieme a duemila persone asserragliate nella Sala Santa Cecilia del Parco della Musica di Roma per uno degli eventi più attesi di Libri Come. Era ancora forte l’eco del suo I barbari saggio sulla mutazione (edito da Fandango prima e da Feltrinelli poi) che raccoglieva una serie di riflessioni del patron della Scuola Holden sulla mutazione che sta subendo la cultura occidentale e sulle presunte orde barbariche che su di essa si erano abbattute. Orde che hanno creato paura, barriere, muraglie che lo stesso Baricco ci dice «non difendevano dai barbari: li inventavano». Il pensiero va al piccolo saggio Lo spettro dei barbari - Adesso e allora , in cui Zygmunt Bauman fa impennare i suoi (e i nostril) pensieri sulle impervie colline dell’etimologia. Il vocabolo da cui parte il sociologo polacco è proprio ‘ barbaro ’. Per gli antichi greci ‘barbaros’ erano tutti coloro che non erano greci, persone che parlavano un d...