Sony World Photography Awards 2013, una possibilità per cambiare obiettivo.
Christian Aslund - Sweden |
Londra è la
capitale europea dell’innovazione.
Dall’architettura,
che si evolve e osa costruire nonostante la crisi, alla musica che si diffonde
nella città infiammando quartieri e orecchie, dalla danza
che si mette costantemente alla prova, al teatro
che trova nella scrittura il suo rifugio più luminoso e più rischioso,
dimostrando che chi osa può anche riuscire a ottenere il giusto riconoscimento.
Londra, così pronta a cambiare punto di vista sulle persone che la formano e la
agitano, da passare senza sosta da obiettivo in obiettivo (soprattutto se il
risultato lo si vedrà a lungo termine), senza aver paura di muovere avanti e
indietro il suo zoom, se questo potrà attirare gli occhi del mondo su una nuova
idea. E allora Londra e nessun’altra poteva essere scelta dalla World
Photography Organisation (WPO) come sede per l’esposizione al pubblico
dei vincitori dei Sony World Photography
Awards (la più ampia e rinomata gara di
talenti in ambito fotografico al mondo). 122.000 partecipanti (professionisti e non) da
170 paesi ne fanno una competizione globale che punta il suo focus su alcuni
temi ritenuti dominanti dal WPO. Dal lifestyle alle persone, dal viaggio alla
vita che ancora resiste assediata dall'uomo, dal tema sociale a quello politico, flussi di
emozioni che i vincitori spesso sono riusciti a concentrare in un
piccolissimo spazio, in un’immagine, da cui è stato tagliato tutto il grasso su
cui i nostri occhi sono stati abituati a planare veloci per scivolare via,
senza fermarsi. Hemingway sarebbe stato un grande fotografo, accanito pulitore
del linguaggio fino all'ossessione, fino a quell'unica inquadratura verbale
che, da sola, offriva al suo lettore un nuovo mondo da esplorare.
Fausto Podavini - Italy |
Sfogliando il catalogo della mostra i vostri
occhi si potranno soffermare su diverse immagini e su altrettanti squarci che mostreranno gli infiniti livelli di mondo che abbiamo sotto i piedi,
dimostrando che mai nome più adatto fu scelto per chi cerca di farci osservare
il mondo con un occhio diverso: fotografo. “Fotografia” deriva infatti
dalle parole greche: luce (φῶς | phôs) e grafia (γραφή | graphè).
Fotografia significa quindi scrittura con la luce e il fotografo non è altro
che uno scrittore di racconti brevi, immediati.
Un racconto di mutamento lo può narrare anche la sede che per
la mostra è stata scelta. Un altro simbolo del rinnovamento londinese: Somerset House, cupa e imponente
sede istituzionale britannica, divenuta negli ultimi anni luogo di
contaminazione fra diversi tipi di arti, nonché suggestivo pensatoio, dotato di
una immensa corte in cui l’acqua sbuca dal terreno in maniera stupendamente
discontinua.
La mostra resterà aperta fino al 12 maggio, ecco il link con tutte
le informazioni, per chi stesse pensando a cambiare obiettivo e punto di vista:
http://www.somersethouse.org.uk/visual-arts/world-photo-london
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