CES 2014 – Bendable e Wearable: la rivincita delle parole sul vocabolario.
“Bendable” e “Wearable”
sono state le parole più usate al CES
2014(Consumer Electronic Show), una delle più importanti fiere
internazionali di elettronica destinata al segmento consumer, che si è tenuta a
Las Vegas dal 7 al 10 gennaio scorso e che fa già sentire i suoi effetti,
almeno a livello linguistico, sui principali blog o rubriche dedicate
all’high-tech. Da qui si sposteranno in uno “swish” nel nostro parlato e
dovremo essere pronti a utilizzarle a dovere prima che qualcuno, magari
di lunedì mattina, davanti a un caffè mai troppo ristretto, ci dica che ci
siamo svegliati poco bendable e che dovremmo rivedere il nostro wearable.
Rischieremmo di voltarci lentamente e inesorabilmente verso il nostro
interlocutore, esortandolo a fare un viaggio in luoghi oscuri, perdendo così un
collega o un amico che invece voleva solo darci un consiglio spassionato.
E allora swish e pronti.
Bendable = flessibile,
elastico. Al CES hanno presentato il primo televisore a curvatura dinamica,
che a scriverla così sembrerebbe il motore della USS Enterprise di Star Trek e
invece è uno schermo piatto che puoi far curvare a tuo piacimento per
avvolgerti in una visione a 180 gradi. Mi trovo abbastanza d’accordo con Valerio
Mariani che su La Stampa s’interroga sull’effettiva necessità di
questo tecno-gadget. Io vado anche un po’ oltre e mi chiedo se ci
piacerebbe essere completamente avvolti dalle immagini della nostra TV. Cavalli
che desiderano ardentemente i loro paraocchi pur di vedere quello che potrebbe
esserci o che vorrebbe esserci, ma mai quello che sta realmente accadendo.
Perché il rischio di pensare che non ci sia altro è forte.
E arriviamo al secondo vocabolo
da memorizzare: wearable = indossabile, portabile. Ossia un tecno-gadget
da indossare, che sia magari anche di stile. Sono già in corso i primi
accordi con le case di moda per rendere un cinturino da polso che comanda
tablet, smartphone, pulsazioni cardiache e il contenuto del frigorifero
qualcosa per cui struggersi. Magari leopardato in stile Cavalli o minimal chic come
Armani. E perché no, aggressivo e oltranzista alla Gaultier. L’importante è che
sia cool e disponibile in diversi colori, altrimenti potremmo confonderlo
con il wearable di nostra moglie e scoprire che con quello può comandare
anche la sua stampante 3D. È con quella che ha prodotto un suo perfetto clone
in materiale plastico con cui abbiamo dormito negli ultimi anni. E potremmo
anche non esserci trovati così male con un compagno di gomma.
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