Cosa sono i corsi di scrittura creativa
Cosa sono i
corsi di scrittura creativa? Seminari, laboratori, stage, story telling, full
immersion, writing coaching: chissà cosa
avrebbe pensato Giuseppe Pontiggia (scrittore, critico letterario e
inventore dei primi corsi di scrittura creativa in Italia) di questo proliferare di etichette linguistiche volte a trasformare in
una somma algebrica di strumenti (creativi e non) l’idea romantica dello scrittore ottocentesco? Mi riferisco
all’autore illuminato dal sacro fervore dell’arte che, sotto una pioggia
battente, osserva, dall’alto di una rupe, l’oscurità compressa fra cielo e
oceano in cerca dell’idea perfetta per il suo romanzo. Forse Pontiggia avrebbe
detto che era giunto il momento di spingere giù dalla suddetta rupe lo
scrittore in questione,
in modo che inizi a osservare la vita che gli scorre attorno e il lettore
che la vive e che vorrebbe poi rileggerla più grande, migliore, ma comunque
sua. È questo che oggi cercano di fare i corsi di scrittura creativa.
Giuseppe Pontiggia |
«Scrivo
narrativa quando sono spinto dalla necessità di raccontare qualcosa che sento
importante non solo per me, ma potenzialmente anche per il lettore. Prima di
affrontare un romanzo ho bisogno di crederci veramente, invece i racconti
possono nascere da uno spunto immediato.» In tre righe Pontiggia chiariva il presupposto fondamentale per scrivere,
agganciandosi a quanto grandi autori prima di lui (uno per tutti F. S.
Fitzgerald) avevano già stabilito come punto di partenza irrinunciabile per la
narrativa: avere qualcosa d’importante
da dire, non solo per l’autore, ma anche per il lettore che di quel testo
si sarebbe nutrito.
È da qui che
partono quasi tutti i corsi di scrittura
creativa che oggi sovrappopolano la Rete con offerte intriganti non
soltanto dal punto di vista dei testimoni
di mestiere (scrittori famosi, editor di grandi realtà editoriali, firme
del giornalismo culturale, registi, sceneggiatori, esperti di comunicazione
digitale e televisione, perché la
contaminazione fra le forme di comunicazione è sempre più un elemento ritenuto
fondamentale dalle scuole di scrittura), ma anche nel format che agli
aspiranti scrittori viene offerto. Percorsi
frontali e a distanza, college
all’americana in cui condividere anche il bagno e il campo da baseball con
il vate scrittorio di turno e navi da
crociera in cui ascoltare rapiti letture per tutta la notte, full immersion monografiche di un fine
settimana per sapere tutto sul punto e virgola e percorsi biennali con tanto di esame finale e reading di un condensato del
proprio lavoro (secondo Alessandro Baricco sette
minuti sono sufficienti a raccontare il proprio progetto di scrittura e a catturare
l’attenzione della platea, altrimenti non sarà il progetto su cui investire)
davanti a un pubblico di tecnici.
Alessandro Baricco |
Studiare, osservare chi sa più di noi e
impossessarsi dei ferri del mestiere, come si faceva nelle botteghe dei
grandi pittori e scultori nella Firenze rinascimentale o nella Roma barocca.
Niente ispirazione estatica quindi, ma tanta
pratica e messa in discussione dei propri schemi mentali e narrativi. Questi i fondamenti di un buon percorso di
scrittura creativa. Ma come scegliere quello più adatto a noi? Dipende da
cosa vorremmo scrivere e perché.
Prima di avventurarci nella ricerca del
corso più adatto a noi, pensiamo bene al progetto che in questo percorso vorremmo
vedere germogliare. Abbiamo già un’idea, una trama, dei personaggi, una
struttura credibile? Qual è la necessità
che ci spinge a raccontare proprio questa storia? Come lettore cosa vorremmo
trovare in una storia del genere? Se non abbiamo ancora tutte le risposte, proviamo
a pensarci un po’, magari partendo da un’altra
pietra miliare per qualsiasi corso di scrittura: la lettura. Per capire cosa
funziona e cosa no, cosa ci attira e cosa ci annoia, quali strumenti l’autore
ha messo in atto per generare quella sensazione nel lettore o almeno per
provare a generarla.
Alessandro Piperno |
Per rispondere a
tutte queste domande avremo bisogno della lettura. Una lettura che non si
limiterà più a spingere il protagonista nella corsa verso il finale, ma a
sezionare, analizzare, mettere in discussione il sistema narrativo che l’autore
del libro che ci troviamo fra le mani ha messo in campo. E quindi ecco la prima trasformazione: da lettore spensierato e lettore
“religioso” (come lo ha correttamente definito Alessandro Piperno), ossia
un lettore che ha fatto della lettura la sua religione e che in ogni rigo
analizza grammatica, sintassi, lessico, messa in scena, composizione,
originalità. E allora controlliamo che nel programma del nostro prossimo corso
di scrittura creativa ci sia tanta buona lettura critica dei testi e che i titoli
proposti, spesso si anticipa una lista ai corsisti, vadano nella direzione
stilistica che abbiamo scelto per il nostro prossimo progetto narrativo. Cosa
sono i corsi di scrittura creativa e perché frequentarli? Cominciano a cercare
nelle nostre sempre più numerose e insaziabili letture una risposta.
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