Sospesi sui fili delle idee di Luca Ronconi
Laboratori Teatro alla Scala |
Ponte Porta Genova |
Chi entrerà nei prossimi mesi nelle ex
acciaierie Ansaldo (la mostra su Ronconi chiuderà il 24 maggio 2016) avrà la
possibilità di vedere dall’alto gli artigiani che riescono a trasformare i
materiali più impensati in alberi, muri, pavimenti, cieli e gigantesche statue con
la maestria, l’attenzione e la passione dell’artista, ma soprattutto potrà solcare sospeso dal
suolo (la mostra si sviluppa su una passerella a qualche metro da terra)
decenni di allestimenti scaligeri firmati da Ronconi. Dal Wozzeck di Alban Berg del 1977 diretto da Claudio Abbado e con le
scene disegnate e realizzate da Gae Aulenti, al Don Carlo di Giuseppe Verdi con i disegni della processione degli
inquisitori e i costumi con le pianete ornate di scheletri che vibrano
nell’aria a pochi centimetri dal visitatore. Dall’allestimento del Donnerstag aus licht di Karlheinz
Stockhausen del 1981 in cui riuscirono a far muovere una bicicletta da sola in
scena usando un carrarmato giocattolo a quello dell’Elektra di Richard Strauss del 1994, diretto dal maestro Sinopoli,
in cui la protagonista indossava un costume da pavone che lascerà il visitatore
senza fiato.
Vagando fra tale splendore,
sforzandosi di capire come facesse Luca Ronconi a immaginare l’intero
spettacolo partendo dalla piantina bidimensionale del palcoscenico, forse vi
troverete a toccare un’immensa testa di polistirolo, copia di un lavoro fatto
dagli artigiani del teatro nel 1985 per l’Aida diretta da Lorin Maazel o forse guarderete in basso, dove tre persone indaffarate stanno dipingendo un fondale
di un bosco all’alba e sentirete i vostri piedi sollevarsi da terra. È il tempo di lasciarsi andare, è il tempo del teatro.
Commenti
Posta un commento