Un deserto di librerie…anche dall’altra parte dell’oceano.
Provate a immaginare una serie di
scaffali infiniti su cui milioni di libri sono in attesa di un vostro tocco sul
dorso per offrirvi la loro versione dei fatti. Non pensate a scaffali in mogano
e antiche scale di legno, ma a scaffali “simil-Ikea”, di quel giallognolo
indefinito che sa di caramella mou sbocconcellata. Apparentemente troppo
sottili per reggere il peso della carta che li spinge da ogni lato. Non avremo
dorsi di cuoio, sebbene ci sia una sezione dedicata anche ai libri rari, ma,
per lo più, tascabili, anche usati, che si spintoneranno gli uni con gli altri
per tentare di saltarvi fra le mani e farsi iniziare a leggere.
Non state sognando, un luogo del
genere esiste veramente ed è a New York. A Manhattan per la precisione, fra
Broadway e la East 12th, e si chiama Strand
Bookstore. Il loro slogal è: 18 miglia di libri. Ossia quasi 30
km di libri a vostra disposizione. Presidio fisico della letteratura in
America, a dimostrazione che Manhattan è uno dei grandi centri culturali del
nostro pianeta (secondo i newyorkesi il più grande), almeno fino ad oggi. Il New
York Times, in un articolo di Julie Bosman intitolato Literary
City, Bookstore Desert, ci elenca tutta una serie di storiche
librerie di Manhattan che hanno dovuto impacchettare i loro libri e trasferirsi
a Brooklyn o nel Jersey, non potendo più sostenere i costi degli affitti
nell’isola più desiderata e invidiata al mondo. Altri ancora hanno chiuso e
basta, portando l’ABA (American Booksellers Association) a lanciare l’allarme sul
numero di librerie presenti a Manhattan scese del 30% dal 2000 al 2012. E
se la crisi prima toccava solo le piccole realtà indipendenti (vi ricordate C’è
posta per te? Film di Nora Ephron del 1998 che raccontava l’assedio delle
grandi catene di librerie agli indipendenti?), ora il fenomeno tocca anche
giganti come Barnes & Noble, che ha dovuto chiudere la sua libreria
sulla Fifth Avenue proprio lo scorso gennaio o Rizzoli (dove si incontrano Meryl Streep e Robert De Niro nel film Innamorarsi
del 1984) che sarà costretta a lasciare la sua storica location sulla 57th,
perché il proprietario del palazzo ha deciso di demolirlo. Michael Pietsch, CEO
di Hachette Book Group (il secondo
gruppo editoriale al mondo), ha dovuto ammettere che New York non è più una
città di librerie, come era in passato e Esther Newberg (famoso agente
letterario) si è più volte rammaricata per la trasformazione che ha colpito la
città, che ormai è diventata “un immenso centro commerciale per ricchi”.
Lo Strand per ora resiste, ma non conosciamo la scadenza del suo
contratto d’affitto.
È possibile che fra qualche
decennio, vedendo un film di Woody
Allen (uno per tutti Hannah
e le sue sorelle del 1986) e una delle tante riprese che il regista ha
dedicato alle librerie piccole e grandi che popolano Manhattan, diremo:
«Davvero c’erano in giro tutti quei libri a NYC?» Poi il sarcastico di turno ci risponderà: «Certo
che no, è solo un fondale, in quella strada c’è sempre stato Manolo Blahnik.»
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